(Articolo di Cecilia Mariotto) Capita a volte che accadano cose che sanno stupire. Oggi mi è capitata una cosa bellissima. Era una mattina in cui, dopo tanto tempo ho potuto dedicare un paio d’ore ad un po’ di nutrimento spirituale.
LA VOCE DI UN SILENZIO SOTTILE
Ascoltavo attenta la riflessione, e ad un certo punto il relatore spiega, relativamente al versetto di 1Re 19,12): “la traduzione dall’ebraico in cui è spiegato come Dio si mostra ad Elia è קֹ֖ול דְּמָמָ֥ה דַקָּֽה” ovvero: la voce di un silenzio sottile. Non il terremoto, non il fuoco, non il vento grande e forte, ma la voce di un silenzio sottile.
Nel tempo in cui seguivo la riflessione mi dicevo: appena a casa voglio proprio andare a cercare il versetto! E con tutti i miei limiti di studentessa di primo anno di ebraico biblico mi dicevo: ma come farò a capire qual è la parola esatta?
SINCRONIE
Mentre ero impegnata stamattina avevo il telefono silenzioso. Non sarò mai in grado di descrivere lo stupore di quando, dopo aver riaperto il telefono, in pausa pranzo, ho trovato una sorpresa.
Sul gruppo di whatsapp di noi studenti del corso stamattina avevano condiviso la traduzione di quel versetto e di quelle parole! Quasi non ci credevo!
Appena ho avuto modo ho aperto la Bibbia ebraica e ho cercato di fare anche io la semplice traduzione di quelle parole. Ci ho messo molto tempo, ma ce l’ho fatta!
E’ stato bello che in qualche modo si sia creata questa sincronia, ha fatto un regalo alla mia giornata! E soprattutto è bello scoprire come l’ebraico biblico ci porti davvero in profondità. La “voce di un silenzio sottile” ci dona un significato ed un senso molto diverso dal “sussurro di una brezza leggera”.
ASCOLTARE LA VOCE
Credo che occasioni come questa ci possano aiutare a considerare quanto sia importante nutrire sempre di più le nostre conoscenze, andare in profondità delle cose e non smettere di cercare.
Bombardati da informazioni di ogni tipo, che “urlano” nella nostra quotidianità, il tempo, lo spazio, lo studio di una lingua che ci porta in profondità, ci aiuta ad ascoltare, a prescindere dal nostro credo, quella “voce di silenzio sottile” che ci permette di porci domande, di chiederci i perchè e di scegliere secondo il nostro cuore.