… soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente
(Genesi 2,7)
che ne sarebbe stato se la statuetta di terriccio non fosse stata animata dal respiro di Dio? Mi viene in mente l’immagine plastica ed evocativa del ragazzo dipinto da Michelangelo nella Cappella Sistina, bellissimo, ma quasi accasciato, stanco e perfino un po’ inerte con quella mano tesa ed in attesa del divino intervento. Solo Dio, col suo soffio e dinamismo vitale è in grado di dargli vita.
L’uomo è un essere vivente
L’espressione “essere vivente” (in Ebr. nèfesh chayyah נֶ֥פֶשׁ חַיָּֽה) è attribuita non solo all’uomo, ma anche agli animali (cfr. Gen 7,21), con i quali l’uomo condivide la natura mortale e terrestre. Tuttavia l’uomo è un essere vivente del tutto singolare. Egli non respira solo l’aria atmosferica, ma anche l’aria di Dio, del suo mondo, poiché racchiude in sé qualcosa di Dio.
Se nel primo racconto della creazione si diceva che l’uomo fu creato “ad immagine di Dio” (cfr. Gen 1,27), qui si dice più o meno la stessa cosa, usando però altre espressioni. L’alito di vita di Dio è, infatti, un’espressione parallela e direi quasi complementare all’immagine di Dio impressa nell’uomo.
Un linguaggio comune per dire che l’uomo non appartiene solo alla terra da cui è stato tratto, ma anche a Dio del quale condivide la vita, il respiro.
I rapporti fondamentali dell’uomo
Prima del rapporto con la donna, l’uomo intrattiene un duplice e fondamentale rapporto: la relazione con Dio e con la madre terra. Due relazioni profondamente interdipendenti, perché non v’è autentico rapporto con Dio se non attraverso un autentico rapporto con con ciò che la madre terra rappresenta per ciascuno di noi.
Dio, infatti, non è un’idea accanto ad altre idee, ma una realtà vivente dentro di noi e presente concretamente nella storia di ciascuno di noi, di ogni altra persona che incontriamo ogni giorno e nelle situazioni di vita quotidiana.
Impregnati di Dio03
Tuttavia il versetto dice molto di più. In esso si afferma con forza che la nostra vita dipende dal soffio divino inalato in noi. Il nostro respiro si fonde e confonde con quello di Dio, così come la nostra vita, è misteriosamente impregnata della storia di Dio.
Una verità, questa, che la Bibbia non riserva ai soli credenti, ma che propone ad ogni uomo e donna di buona volontà, affinché si prenda coscienza di quanto la nostra vita dipenda da Dio.
Altrimenti, anche se fossimo bellissimi come il ragazzo della Cappella Sistina, saremmo tuttavia nulla più di terra che si confonde con la terra; materia che si confonde con la materia; saremmo morti anche se vivi! Ma ciò, in fondo, non è possibile. Fin quando respireremo, saremo sempre sorretti dall’amore di Dio … anche se magari non ne abbiamo piena consapevolezza.