Nel cuore dei capitoli 4–7 del primo libro di Samuele si svolge una delle vicende più drammatiche e teologicamente dense dell’Antico Testamento: la cattura dell’Arca dell’Alleanza da parte dei Filistei e il suo successivo ritorno in Israele. Questo racconto non è solo cronaca militare, ma un profondo insegnamento sul rapporto tra Dio e il Suo popolo, sull’idolatria, sulla sovranità divina e sul pentimento.
I Protagonisti e i Loro Nomi
- Samuele (שְׁמוּאֵל Shemu’el) – “Il nome di Dio” o “Dio ha ascoltato”. È il profeta in ascesa, anche se in questi capitoli è assente dalla scena, ma il testo si apre con una nota significativa: “La parola di Samuele si rivolse a tutto Israele” (4,1), quasi a introdurre il passaggio dall’epoca dei giudici a quella profetica.
- Eli (עֵלִי ‘Eli) – “Innalzato”, “elevato”. È il sommo sacerdote anziano che rappresenta il vecchio ordine religioso d’Israele. La sua cecità fisica e spirituale fa da sfondo al giudizio di Dio sulla sua casa.
- Chofni e Pinchas (חָפְנִי Ḥofnî = forse “pugno” / פִּנְחָס Pineḥas = “bocca di bronzo” o “bocca di serpente”) – I figli corrotti di Eli, sacerdoti senza timore di Dio, che trattano l’Arca come un oggetto magico.
- Filistei – Popolazione costiera di origine egea, nemica storica di Israele. In ebraico Pelistîm (פְּלִשְׁתִּים), il loro nome è legato alla radice plš (“invadere”, “diventare straniero”), e indica coloro che sono “invasori”.
- Dagon – Divinità principale dei Filistei. Il suo nome è forse connesso al termine dag (דָּג), “pesce”, ma più probabilmente rappresentava una divinità della fertilità o del grano.
La sconfitta d’Israele e la cattura dell’Arca (1 Sam 4)
Il popolo d’Israele, in guerra contro i Filistei, viene sconfitto. Invece di cercare la volontà di Dio, decide di portare sul campo di battaglia l’Arca dell’Alleanza da Silo, trattandola come un talismano. I figli di Eli, Chfni e Pinchas, la accompagnano. Tuttavia, nonostante la presenza dell’Arca, Israele subisce una sconfitta ancora più grande: 30.000 soldati cadono e l’Arca viene catturata.
È uno dei momenti più tragici nella storia di Israele. Il simbolo visibile della presenza divina è caduto nelle mani del nemico. Quando Eli riceve la notizia, cade dalla sedia e muore. Pinchas muore anch’egli, e sua moglie partorisce un figlio che chiama Icabod (אִי־כָבוֹד I-kavod = “Nessuna gloria”), esprimendo il senso della perdita della gloria del Signore da Israele.
L’Arca nel tempio di Dagon (1 Sam 5)
I Filistei portano l’Arca a Asdod, nel tempio del loro dio Dagon. Qui si verifica un fatto straordinario: Dagon cade a terra davanti all’Arca, e poi, il giorno seguente, viene ritrovato con la testa e le mani mozzate. Questo episodio manifesta chiaramente la superiorità dell’Arca – e quindi del Dio d’Israele – sugli idoli pagani.
L’ira divina si abbatte poi sulle città filistee: tumori (forse bubboni della peste o emorroidi) colpiscono gli abitanti, e ovunque venga portata l’Arca (da Asdod a Gat e poi a Ekron), seguono distruzione, paura e malattia. I Filistei, spaventati, comprendono che il Dio d’Israele è più potente di ogni loro divinità.
Il ritorno dell’Arca con i doni espiatori (1 Sam 6)
Dopo sette mesi, i Filistei decidono di restituire l’Arca. Chiedono ai loro sacerdoti e indovini come fare, e questi suggeriscono di accompagnarla con doni espiatori: cinque statuette d’oro raffiguranti tumori e cinque topi d’oro, simboli delle piaghe subite, uno per ogni città filistea.
L’Arca viene collocata su un carro nuovo trainato da due vacche che non erano mai state aggiogate. Il carro viene lasciato andare senza guida: se fosse arrivato a destinazione, sarebbe stata la conferma che era stato il Dio d’Israele a colpire i Filistei. Il carro si dirige dritto verso Bet-Semes (בֵּית שֶׁמֶשׁ Bet Shemesh = “Casa del sole”), confermando il giudizio divino.
Gli abitanti di Bet-Semes gioiscono ma poi sono colpiti da Dio perché guardano dentro l’Arca, gesto vietato e irrispettoso. Il timore del Signore si riaccende in Israele. L’Arca viene quindi trasferita a Kiriat-Iearim (קִרְיַת יְעָרִים = “Città dei boschi”), dove resta a lungo custodita nella casa di Abinadab.
Temi Teologici e Spirituali
- La sovranità di Dio
L’Arca è catturata, ma non è Dio ad essere sconfitto. Anche senza eserciti, Dio sconfigge Dagon e sottomette i Filistei. La Sua presenza non è soggetta alla manipolazione religiosa. - Il pericolo dell’idolatria
Trattare l’Arca come un oggetto magico porta solo rovina. Il vero culto richiede obbedienza e timore di Dio, non superstizione. - La gloria di Dio
Il nome Icabod riassume il dramma della perdita della gloria divina, ma anche il desiderio di vederla ritornare attraverso il pentimento. - Espiazione e riconoscimento del peccato
I Filistei, pur idolatri, riconoscono la potenza del Dio d’Israele e cercano di espiare il loro peccato. Il gesto dei doni d’oro è un’ammissione pubblica di colpa.