(Articolo di Cecilia Mariotto)
Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto
(Gen 3,1)
Il serpente astuto e prudente che ci introduce al terzo capitolo di Genesi solitamente ci fa entrare in un’atmosfera un po’ subdola, inquietante, quasi tenebrosa. Ma è davvero questo il senso?
Non ho la pretesa di trovare risposte in merito, ma semplicemente condividere alcune considerazioni.
La figura del serpente
Personalmente mi sono sempre interrogata sulla figura del serpente. A guardarlo anche solo in fotografia mi fa paura! Ma in Genesi davvero è presentato come una creatura malvagia? Il suo aspetto inganna, presentato come un animale diverso da tutti gli altri: il più astuto.
Ma anche quell’animale che ha un veleno che può uccidere, e quindi è da tenere molto lontano. A questo punto ho iniziato a riflettere sul fatto che forse sto demonizzando questo rettile più del dovuto. C’è un contesto di substrati su cui prende forma la figura del serpente.
La tradizione cattolica che lo associa al provocatore malvagio, al “separatore” nel senso più negativo del termine, la mia paura al vedere questo rettile anche solo in fotografia, e l’effettiva inquietudine che il primo versetto del terzo capitolo di Genesi ha sempre avuto la meglio.
Mettere a nudo
Incuriosita da tutto questo e dopo la lettura di un interessante libro di una teologa italiana Cristina Simonelli, intitolato “Eva”, ho voluto cercare sulla Biblia Hebraica l’agettivo che definisce il serpente nella Genesi: astuto.
In ebraico il termine usato è עָר֔וּם che ha anche il significato di prudente, e di colui che mette a nudo. Ho pensato: interessante questa particolarità. Mettere a nudo non vuol dire necessariamente spogliare dagli abiti di tessuto che indossiamo.
Mettere a nudo vuol dire anche diventare sinceri con noi stessi, tirare fuori ciò che abbiamo dentro, sia esso luce o tenebra.
Mettere a nudo vuol dire mettere in gioco i nostri sentimenti, le nostre domande, i nostri desideri, i nostri errori, le nostre presunzioni, così che possano essere viste da noi e dagli altri. Ecco allora cosa fa il serpente: mette a nudo. Fa tirare fuori una parte nascosta dell’essere umano.
Scovare i segreti
Sempre incuriosita dagli spunti del libro “Eva” sono andata a cercare anche il termine in cui Adamo ed Eva (in ebraico הָ֣אָדָ֔ם חַוָּ֣ה ) capiscono di “essere nudi”. E’ interessante vedere come il termine ebraico עֵֽירֻמִּ֖ם derivi dalla stessa radice dell’aggettivo del serpente: עָרם .
Ecco allora che la capacità di agire con astuzia, ma nel senso di saggezza e prudenza, ci aiuta metterci a nudo, a scovare i nostri segreti più profondi. Ciò che poi faremo dei nostri segreti, una volta che li abbiamo tirati fuori, sta a noi scoprirlo e deciderlo.
Interessante è che nel momento in cui ci mettiamo a nudo, con i nostri pregi e i nostri difetti, non siamo più una maschera, ed è necessario crescere, un passo dopo l’altro, per riuscire ad agire nella collaborazione, nel bene, nella relazione autentica e costruttiva.
Cercherò allora di rivalutare la figura del serpente, astuto, prudente e scovatore di segreti, che è parte di tutte le creature che D-o ha fatto.