Molti studiosi ritengono gli autori/redattori deuteronomisti – ossia la cerchia aristocratica laica attiva a Gerusalemme sia prima che dopo l’esilio – scrissero la loro opera durante l’esilio in Babilonia (fine VI sec. a.C.).
Altri studiosi, invece, pensano che le origini di quell’opera letterario/teologica siano da far risalire all’epoca del re Ezechia (VIII sec. a.C.). Egli viene infatti presentato, proprio dai deuteronomisti, come il re più grande dai tempi di Davide (2 Re 18,1-6).
Quando inizio il movimento dei deuteronomisti?
Il fallito assedio di Sennacherib nel 701, un primo tentativo di centralizzazione del culto – consistita forse nella rimozione di alcuni simboli cultuali non accetti all’Assiria – poterono in un certo senso dare avvio alla corrente di pensiero che poi trovò espressione nell’opera deuteronomista.
Ma la pressione assira ai tempi di Ezechia era troppo forte per permettersi di scrivere opere estese e ragionate. La soluzione più plausibile è di collocare gli inizi della storia dtr sotto il re Giosia, Vi fu infatti un mutamento della situazione politica del Vicino Oriente nella seconda metà del VII sec. a.C.
A partire dal regno di Tiglat Pileser III (745-727 a.C.) l’influenza degli Assiri nell’area siri-palestinese fu in crescita continua. Il regno d’Israele, allora più ricco e sviluppato, fu ben presto sottomesso. Nel 722 a.C. il Regno del nord – Israele – perse definitivamente la propria autonomia, con la caduta di Samaria.
Questo evento provocò un grande incremento demografico a Gerusalemme ed un aumento eccezionale delle dimensioni della città. Nel giro di pochi decenni Gerusalemme, che occupava solo pochi ettari di terreno, giunse ad estendersi per un’area di circa 60 ettari con una popolazione di 15.000 abitanti.
Gerusalemme diventa una grande città
La causa materiale di tutto questo grande sviluppo fu certamente l’arrivo dei rifugiati dall’ex regno del nord, ma non solo. Giuda era infatti entrato nel giro del mercato mondiale assiro. Ciò suscitò una vera e propria rivoluzione economica e politica. Giuda passò da una società agricola organizzata per clan, ad un sistema politico statale fortemente centralizzato.
Così, per la prima volta nella sua storia, la corte del re diventò qualcosa di assai più complesso rispetto ai periodi precedenti. Una situazione siffatta fu raggiunta con ogni probabilità sotto il regno di Manasse (che durò 55 anni – 2 Re 21,1), periodo durante il quale la cultura e la propaganda neo-assira si radicarono profondamente nella mentalità giudaica.
Poi, progressivamente la presenza assira in Giuda si indebolì, permettendo una certa autonomia politica e alimentando antichi sogni nazionalistici. Se è vero che Giosia salì al trono all’età di 8 anni (cfr. 2 Re 22,1), ciò significherebbe che il potere politico era indubbiamente in mano a sacerdoti, scribi ed importanti famiglie cortigiane.
La Biblioteca di Gerusalemme nel VII sec. a.C.
Le origini letterarie della storia dtr vanno probabilmente collocate all’interno di questi ambienti. Lo scopo di tale attività era di sostenere il “partito sionista” e le politiche nazionalistiche ed espansionistiche. Perciò si trattava di un’opera di propaganda.
Possiamo pensare che, a quel tempo – ossia nella seconda metà del VII sec. a.C. – esistesse una raccolta di rotoli conservati forse in una biblioteca.
Forse, si trattava di leggi che riguardavano la riorganizzazione politica, economica e religiosa della Giudea (Dt 12-25); di un racconto della conquista che rifletteva ambizioni militari e rivendicazioni territoriali di Giuda (Gs 3-12); di una cronaca dei re di Giuda e Israele che legittimava Giosia come un novello Davide (Samuele-Re).
In tutti questi testi è riconoscibile chiaramente l’influenza della cultura neo-assira. Nel libro dei Giudici, invece, è difficile riconoscere la presenza di un’attività editoriale dell’epoca di Giosia.
La figura di Mosè
Alcuni studiosi hanno perfino suggerito che nel VII secolo esistesse anche una tradizione mosaica. Anch’essa potrebbe aver fatto parte della “biblioteca dei deuteronomisti”, insieme a trattati di vassallaggio assiri e altra documentazione politico-amministrativa.
In tal caso, questa vita di Mosè, sarebbe stato come una sorta di manifesto anti assiro, in cui Mosè (Es 2) è la figura antagonista di Sargon – l’ipotetico fondatore della monarchia assira – e la liberazione dalla schiavitù egizia come allusione ai tentativi di Giosia di liberarsi del giogo assiro.