Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro.
Genesi 2,2
Il verbo ebraico che corrisponde all’italiano “cessare” è shavàt (שָׁבַת), da cui proviene la parola “sabato” shabbat (שָׁבָּת), il giorno di riposo settimanale degli ebrei, ieri come oggi.
Dolce far nulla?
All’epoca in cui fu redatto questo capitolo, nel VI secolo a.C., il sabato stava diventando il giorno sacro per eccellenza, dove l’uomo “cessava” il proprio lavoro per dedicarsi a Dio.
Riposando dal proprio lavoro, l’uomo ricordava di avere una dignità che è indipendente da ciò che fa, poiché egli è un essere creato “ad immagine e somiglianza di Dio”; quello fu un atto creativo di Dio, totalmente libero, sovrano e indipendente da qualsiasi merito o prerogativa umana.
Se si osserva bene il testo, la descrizione del settimo giorno è un po’ ambigua. Se, infatti, da un lato si dice che “Dio portò a termine il suo lavoro nel settimo giorno”, dall’altro si dice anche che “in quel giorno cessò da ogni lavoro”.
Sembra, quindi, che il settimo giorno non sia un giorno in cui non si fa nulla, ma è il giorno dove si fa qualcosa che dà senso a tutte le altre cose fatte durante la settimana. Il riposo, infatti, non significa “oziosità”, ma “celebrazione” della propria umanità dipendente da Dio, che continua a sostenerla a prescindere dai suoi meriti; che continua a donare ad essa tutto ciò che le serve, a prescindere da ciò che fa.
Lo schema settenario in cui è inserita l’opera delle creazione (6+1) ha un significato ed uno scopo ben precisi. Ogni attività umana svolta durante i sei giorni di lavoro non è semplicemente “umana”, perché corrisponde ad uno schema cosmico;
corrisponde cioè a ciò che Dio stesso ha fatto in sei giorni. Senza il settimo, però, i sei giorni di lavoro sarebbero incompleti, sarebbero un’opera incompiuta e senza il suo scopo: la lode di Dio.
C’è molto da riflettere, noi che siamo ormai abituati a fare acquisti nei centri commerciali e negozi di ogni tipo tranquillamente aperti anche la domenica, che per noi cristiani rappresenta il giorno di riposo settimanale.
E non si tratta di una questione morale, ma “cosmica”, perché il riposo settimanale corrisponde al mantenimento dell’ordine stabilito da Dio nella creazione, per ciascuno di noi e per la collettività. Pensiamoci!
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