La storia del Tempio di Gerusalemme
Il Tempio di Gerusalemme fu costruito dal Re Salomone nel X sec. a.C. Esso doveva ospitare l’Arca dell’Alleanza e serviva come centro di culto per tutti gli Israeliti. La struttura era magnifica e riccamente decorata, con pietre preziose, legno di cedro e oro (cfr. 1 Re 6)
Nel 586 a.C., questo tempio fu distrutto dai Babilonesi, guidati dal re Nabucodonosor II. Questo evento, descritto nella Bibbia – 2 Re 25 – portò alla deportazione in Babilonia. L’Arca dell’Alleanza andò perduta durante la distruzione del Tempio.
Dopo il ritorno dall’esilio babilonese, gli ebrei iniziarono la ricostruzione del Tempio. Il Secondo Tempio fu completato nel 516 a.C. sotto il governo di Zorobabele, governatore persiano della Giudea.
Anche se il Secondo Tempio non raggiunse mai la stessa grandiosità del primo, continuò a essere il centro della vita religiosa ed ebraica per molti secoli.
Nel 70 d.C., durante la prima guerra giudaica, il Secondo Tempio fu distrutto dai Romani sotto il comando del generale Tito. Questa distruzione segnò un punto di svolta nella storia ebraica, con la dispersione degli ebrei in tutto il mondo.
Significato e architettura
Il Tempio era circondato da cortili, con il cortile interno, il Cortile dei Sacerdoti, contenente l’Altare degli Olocausti e l’Ingresso al Santo dei Santi, che era considerato il luogo più sacro di tutto il Tempio. Solo il Sommo Sacerdote poteva entrare nel Santo dei Santi, e solo una volta all’anno durante il Giorno dell’Espiazione.
Il Tempio era il centro di sacrifici rituali e delle principali festività religiose ebraiche. Era anche il luogo in cui i rabbini e gli insegnanti ebraici si riunivano per discutere leggi e tradizioni religiose.
Il Santo dei Santi
Il Santo dei Santi era la parte più sacra e riservata del Tempio di Gerusalemme, sia per il Primo che per il Secondo Tempio.
Questo luogo era considerato così sacro che solo il Sommo Sacerdote aveva il permesso di entrarvi, e ciò poteva avvenire solo una volta all’anno durante il Giorno dell’Espiazione, una delle festività più solenni dell’anno ebraico.
Il Santo dei Santi conteneva l’Arca dell’Alleanza, uno degli oggetti più sacri e simbolici nella religione ebraica. L’Arca dell’Alleanza era una cassa rettangolare, realizzata in legno d’acacia e rivestita internamente ed esternamente con lamina d’oro puro.
Sulla parte superiore dell’Arca, c’erano due cherubini, delle figure alate con volti umani, che rappresentavano la presenza divina. Le tavole con i Dieci Comandamenti, ricevute da Mosè sul Monte Sinai, erano conservate all’interno dell’Arca dell’Alleanza (Cfr. Es 25).
Durante il Giorno dell’Espiazione, il Sommo Sacerdote entrava nel Santo dei Santi per compiere il rituale dell’espiazione per il popolo ebraico. Questo rituale era considerato fondamentale per la purificazione e la riconciliazione degli ebrei con Dio per i peccati commessi durante l’anno.
L’accesso limitato al Santo dei Santi sottolineava la sacralità del luogo e la sua inaccessibilità. Rappresentava la separazione tra l’umanità e la divinità, e il fatto che solo il Sommo Sacerdote potesse entrare una volta all’anno indicava la profonda riverenza e la responsabilità associata a quel momento.
Le due colonne: Jachin e Boaz
Davanti al Tempio di Gerusalemme c’erano due misteriose colonne, chiamate “Boaz” e “Jachin”. I loro nomi possono essere intesi in vari modi:
Stabilità e Forza: la parola “Boaz” è spesso associata alla forza e alla stabilità. Questa colonna rappresentava la solidità e la resistenza del popolo ebraico e del loro legame con Dio.
“Jachin,” d’altro canto, è collegato all’idea di “Dio stabilirà.” Insieme, queste colonne erano considerate un simbolo della forza divina che sosteneva e stabiliva il popolo ebraico.
Dualità e Bilancio: Alcuni studiosi ritengono che le colonne Boaz e Jachin rappresentassero una dualità o un equilibrio nella vita ebraica.
Boaz, con il suo significato di stabilità, potrebbe simboleggiare l’ordine e la struttura, mentre Jachin, con il suo significato di “Dio stabilirà,” potrebbe rappresentare la fede e la fiducia nella provvidenza divina. Questa dualità era vista come essenziale nella vita spirituale ed etica degli ebrei.
Ricordo del Passato: Alcuni studiosi ritengono che le colonne fossero anche un ricordo del Tempio di Salomone originale e della sua architettura, poiché erano parte integrante della struttura del Primo Tempio.
Elementi Decorativi: Oltre al loro significato simbolico, le colonne erano anche elementi decorativi che aggiungevano bellezza e maestosità all’ingresso del Tempio.
La loro imponenza e la loro posizione all’ingresso principale del santuario servivano anche a impressionare i fedeli e a creare una sensazione di sacralità e grandezza.