Del saggio. Canto per l’olocausto del sabato, per il settimo sabato, il sedici del secondo mese…
Lodate Dio, angeli tutti … Il quarto dei prìncipi supremi benedirà in nome della maestà regale tutti coloro che camminano nella rettitudine con le sette parole della maestà, benedirà coloro che pongono le fondamenta della maestà con le sette parole meravigliose, e benedirà tutti gli dei che esaltano la conoscenza della verità con le sette parole della giustizia affinché (essi ottengano) le sue gloriose misericordie.
Il quinto dei prìncipi supremi benedirà in nome delle sue meraviglie tutti coloro che conoscono i misteri dei perfettamente puri con le sette parole della sublime sua verità, benedirà tutti coloro che accorrono verso il suo beneplacito con le sette parole meravigliose e benedirà tutti coloro che lo ringraziano con le sette parole di maestà affinché (ognuno giunga) a una maestà meravigliosa.
Il sesto dei prìncipi supremi benedirà in nome delle potenze degli dèi, tutti quanti sono potenti in intelligenza con le sette parole delle sue potenze meravigliose, benedirà tutti coloro che nella via sono perfetti con le sette parole meravigliose affinché (siano) costantemente con tutti gli dèi eterni, e benedirà tutti coloro che sperano in lui con le sette parole meravigliose affinché (ottengano) il ritorno delle sue misericordiose benevolenze.
Il settimo dei prìncipi supremi benedirà in nome della sua santità tutti i santi tra coloro che pongono le fondamenta della conoscenza con le sette parole della sua meravigliosa santità, benedirà tutti coloro che esaltano i suoi giudizi con le sette parole meravigliose affinché (siano) scudi robusti e benedirà tutti coloro che sono radunati dalla giustizia, che lodano la sua gloriosa regalità, per tutti i secoli eterni, con le sette parole meravigliose affinché (ottengano) la pace eterna…
E tutti i prìncipi supremi… benediranno… il Dio degli dèi
… Al di sopra del firmamento, i cherubini benedicono l’immagine del carro-trono, acclamano la maestà del firmamento di luce al di sotto della sede della sua gloria. Quando le ruote si mettono in marcia, angeli di santità ritornano ed escono tra le ruote della sua gloria, come immagini di fuoco. Lo avvolgono spiriti di suprema santità, e immagini di rivoli di fuoco simili al vermiglio. Creature splendenti, (che indossano) broccati, meravigliosi abiti multicolori, più (splendenti) del sale puro, gli spiriti del Dio vivente, scortano continuamente la gloria dei carri meravigliosi…
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Nel calendario, essendo di 364 giorni, il settimo sabato cadeva sempre il 16 del mese di iyyar (aprile-maggio). Il settimo sabato, equivaleva dire il settimo di una festa che si celebra il settimo giorno. Sette per sette, ossia un giorno particolarmente sacro e simbolicamente perfetto a causa del numero 7, che indica la totalità, al completezza e perciò la perfezione.
Un testo che parla di angeli
Il testo contiene il canto che doveva accompagnare l’olocausto che, secondo la Bibbia (cfr. Nm 28,9-10) si faceva normalmente di sabato. Il canto però doveva essere fatto solo nel settimo sabato.
Originariamente, il testo conteneva le benedizioni dei sette angeli che stanno al cospetto di Dio (cfr. Es 9,2; Tb 12,15; Ap 1,4.20). I frammenti esistenti ce ne consegnano però solo quattro. Il prìncipe supremo è un titolo attribuito a questi angeli, che eccellono nella gerarchia angelica.
Questo testo riflette l’importanza che gli Esseni di Qumran attribuivano alla conoscenza angelica e alla corrispondenza tra la liturgia celeste e quella terrestre, concezione ben presente nella stessa Bibbia (cfr. Ebrei, Ap 4; Ez 1 e 10) ma qui particolarmente approfondita. Si pensava che, durante la liturgia, gli esseni fossero in compagnia degli angeli, come il testo espressamente dice.
Gerarchie angeliche
Particolarmente appariscente è la descrizione del carro su cui è posto il trono divino – in Ebr. carro è מֶרְכָּבָה merkavah – un argomento che per i rabbini non poteva essere studiato né approfondito. Per questo motivo, i testi su tale argomento sono molto rari. Il documento di Qumran – scritto tra il 70 e il 50 a.C. – ha, in tal senso, una notevole rilevanza. Nella Bibbia, Ezechiele è il profeta che ne tratta più diffusamente (cfr. spec. Ez 1) e nella mistica ebraica medievale sarà poi abbondantemente ripreso.
Interessante anche che il quarto principe supremo – ossia il quarto angelo – benedica gli dèi, in Ebraico אֵלִים elim. Il termine, tradotto giustamente con dèi, indica qui gli angeli di rango inferiore rispetto ai sette angeli. Ne sono prova due menzioni, dove si parla di dèi eterni e di Dio degli dèi.
I destinatari delle benedizioni angeliche sono i membri della comunità di Qumran, che – come dice il testo – camminano nella rettitudine, conoscono i misteri dei perfettamente puri (ossia i misteri più alti e celesti), nella via (ossia nel comportamento) sono perfetti, sono radunati dalla giustizia.
Angeli e Nuovo Testamento
Il testo riflette un periodo in cui, tra i giudei, vi era un’abbondante riflessione e meditazione sugli angeli. Questo straordinario sviluppo dell’angelologia trae origine dal periodo post-esilico e costituisce uno sfondo importante significativo per il Nuovo Testamento.
I suoi autori, infatti, erano imbevuti delle idee e concezioni presentate in testi come quello appena presentato. Basti pensare ad Ebrei e al libro dell’Apocalisse in particolare, ma anche negli stessi vangeli, nei racconti della Resurrezione di Gesù.
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