Nel periodo rabbinico, gli autori riconoscevano generalmente che il Pentateuco fosse stato scritto da Mosè, mentre i “Profeti anteriori” – ossia la prima parte della seconda grande sezione della Bibbia ebraica – provengono dai personaggi principali di cui questi libri parlano: Giosuè, Samuele, etc.
Per Giovanni Calvino, l’autore del libro di Giosuè fu il sacerdote Eleazaro, mentre per Andreas Masius l’autore dei libri da Giosuè a II Re fu Esdra. Così sarà anche per Baruch Spinoza che però estende la raccolta fino a comprendere l’intero Pentateuco.
Illuminismo
Durante l’Illuminismo – nel XVIII secolo – il generale clima di scetticismo nei confronti del “soprannaturale”, si estese anche al giudizio sulla dubbia moralità di certi episodi dei libri storici. Così alla fine del secolo, la visione dei profeti anteriori tipica della tradizione ebraica e cristiana iniziò a scricchiolare
All’inizio del XIX secolo, M. de Wette, identificò col libro del Deuteronomio, il “rotolo della legge” che, secondo 1 Re 22, il Re Giosia trovò sotto il Tempio.
Secondo l’autore il Deuteronomio legittimava la riforma religiosa di Giosia. Così i libri da Genesi a Numeri differivano dal Deuteronomio e formavano il cosiddetto “Tetrateuco”, mentre il Deuteronomio era una sorta di rifacimento “mitico” dei precedenti libri.
Sostenendo poi una redazione tardiva per il libro di Giosuè, fu il primo a parlare di una redazione deuteronomistica, non solo di Giosuè, ma dell’intero corpo dei libri storici.
Libri storici diversi dal Pentateuco
Heinrich Ewald parlò poi di due redattori deuteronomistici all’opera nei libri da Giudici a Re. I libri,invece, da Genesi a Giosuè furono chiamati “Grande libro delle origini”.
I due redattori deuteronomistici avrebbero operato prima dell’esilio e dopo l’esilio in Babilonia. Quest’ultimo avrebbe redatto la storia, poco dopo la riabilitazione di Ioiachin alla corte dei re di Babibliona (ca. 560 a.C.)
Successivamente, le teorie di Julius Wellhausen, imposero un brusco arresto alla ricerca sui libri storici, considerati invece come diversi dal Pentateuco.
La “storia deuteronomistica”
Bisognerà aspettare fin alla seconda guerra mondiale, perché la teoria della storiografia deuteronomistica ripartisse, principalmente ad opera di Martin Noth.
Se prima di lui, molti studiosi ritenevano che le fonti del Pentateuco continuassero nel libro di Giosuè, costituendo così un’opera dal nome di Esateuco, nel 1943, Noth dimostrò invece l’esistenza di tre grandi tradizioni storiografiche dell’Antico Testamento: il Pentateuco, la storiografia deuteronomista e la storiografia cronista.
La sua opera si muove nel clima delle ricerche dette trasmissione delle tradizioni interessate non più alla questione delle fonti, ma al modo in cui da piccola unità letterarie si siano pian piano formate unità più grandi.
Egli partì dagli studi di Albrecht Alt, secondo il quale, nel libro di Giosuè c’erano unità tradizionali anteriori al periodo monarchico – Giosuè 3-9; 13-19; 15 – e perciò non facenti parte con il documento sacerdotale del Pentateuco.
La nuova tesi
Così Noth, nel suo commentario di Giosuè del 1938, disse che Giosuè non era il prolungamento del Pentateuco, bensì facesse parte di una storia a parte, quella deuteronomistica (=Dtr).
Riprendendo le conclusioni di Ewald, egli sostiene che i libri da Deuteronomio a 2 Re costituiscano un’opera storica composta dopo l’ultimo episodio citato nel 2 libro dei Re al cap. 25: la liberazione del re Ioiachim a Babilonia, ossia dopo il 562 a.C.
Il Deuteronomista sarebbe un vero e proprio autore che, dopo la distruzione di Gerusalemme e del tempio nel 587 a.C., non se ne andò in esilio, bensì ritirò in Samaria e compose una storia del suo popolo, raccogliendo tradizioni diverse intorno ad un preciso piano dell’opera. Il suo scopo era di spiegare il motivo per cui la nazione giudaica fu distrutta.
La specificità del Deuteronomio
La risposta era racchiusa nella cosiddetta legge deuteronomica che era ormai in forma scritta: Deuteronomio 4,44-30,20. L’autore deuteronomista inserì queste leggi nella sua opera, raccogliendo altre tradizioni e componendo lui stesso alcuni discorsi o brani diversi.
Per Martin Noth il Pentateuco non esisteva più. C’erano solo i libri da Genesi a Numeri, seguiti da Deuteronomio che però dava inizio all’opera Dtr.
Noth suddivise la storia d’Israele in diversi periodi, sulla base di grandi discorsi in momenti cruciali ed alcune sintesi storiche:
- il periodo della conquista di Canaan (discorsi in Gs 1,1-9; 21,1-6; 23,1-16)
- il periodo dei giudici ed inizi della monarchia (sommario di Gdc 2,1-3,6; discorso di 1 Sam 12)
- il primo periodo della monarchia (fino al grande discorso di Salomone in 1 Re 8,14 ss.)
- la storia dei regni divisi fino alla caduta di Samaria (riflessione in 2 Re 17,7-23)
La teoria di Martin Noth verrà profondamente rielaborata nei decenni seguenti.
* Thomas Römer, Dal Deuteronomio ai libri dei Re, Claudiana 2007.