L’attuale grafia ebraica è chiamata “scrittura quadrata” perché la maggior parte delle lettere si adattano in un quadrato. Tuttavia, non era questa la grafia degli abitanti di Giuda e Israele durante il periodo monarchico, né degli scribi del re Ezechia o Giosia, poiché essi usavano scrivere in paleo-ebraico.
L’iscrizione di Siloam
Ciò è evidente in alcune iscrizioni degli ultimi secoli del regno di Giuda (dal VIII al VI secolo a.C.), il periodo di massimo splendore dell’Ebraico antico.Per esempio, l’iscrizione del Tunnel di Siloam.
Il tunnel di Siloam, nella Città di Davide, fu costruito alla fine dell’VIII secolo per deviare l’acqua dalla Sorgente di Gihon a un punto all’interno della città di Gerusalemme.
Molti storici attribuiscono questo lavoro al re Ezechia (cfr. 2 Re 20,20), anche se alcuni preferiscono attribuirlo a suo figlio, Manasse. Nel 1880, fu trovata un’iscrizione nel tunnel, a poca distanza dalla sua estremità meridionale. Ecco un estratto:
II riga – i picconi scavavano ancora l’uno contro l’altro e restavano ancora tre cubiti da scavare? … … la voce di uno … …
III riga – si sentiva chiamare dall’altra parte, (perché) c’era un buco nella roccia, a destra e a sinistra ed il giorno che
IV riga – il tunnel (fu terminato) i tagliatori di pietra scavarono ognuno verso l’altra parte, piccone contro piccone e
V riga – fluì l’acqua dalla sorgente
Questa iscrizione commemora il giorno in cui le due squadre che stavano scavando il tunnel da entrambe le estremità si sono incontrate. La grafia è composta da eleganti linee curve che si estendono sia sopra che sotto alcune lettere, tipico dell’Antico Ebraico. Il testo sarebbe stato scolpito intorno al 700 a.C.
Iscrizioni su papiro
Abbiamo solo un foglio di papiro risalente al periodo monarchico, proveniente da una grotta nel Wadi Murabba’at, uno dei siti dove furono trovati i celeberrimi rotoli del Mar Morto. Si tratta di un testo scritto in paleo-ebraico e risalente al VII sec. a.C., attualmente il più antico papiro esistente scritto in lingua semitica.
Alcuni papiri, dopo essere stati arrotolati e legati con una stringa, venivano sigillati con una piccola palla di argilla, per creare la cosiddetta “bulla”. Molte di queste bullae contenevano il nome dei loro proprietari.
Le bullae
Nel 2009, è stata trovata una bulla del re Ezechia a Gerusalemme (VIII sec. a.C.). La sua iscrizione recita:
“(appartenente) a Ezechia (figlio di) Achaz re di Giuda.”
La grafia di queste antiche iscrizioni appare omogenea e standardizzata, segno che esisteva una classe di scribi appartenenti a una scuola ben organizzata e con regole precise di scrittura.
Il proto-sinaitico e le sue derivazioni
La grafia dell’Ebraico antico fa parte di una famiglia di scritture che discende da un alfabeto originario attestato in Egitto e in Canaan durante il secondo millennio a.C.: il proto-sinaitico.
Da questo deriverebbe l’alfabeto fenicio, alla fine del secondo millennio a.C.
L’ipotesi più semplice è che la grafia del paleo-ebraico derivi direttamente dal fenicio. Tuttavia è pure possibile che il proto-sinaitico non sia stato sostituito dal fenicio.
Esso, invece, sarebbe sopravvissuto fin verso il decimo secolo a.C. e che l’Ebraico antico sia una sua derivazione. Ciò apparirebbe in alcune iscrizioni – dal X al IX secolo a.C. – trovate a Tel Rehov.
Perciò, le tradizioni – scritte – più antiche della Bibbia ebraica, verosimilmente contenute nei libri storici e in parte anche in quelli profetici, sarebbero state scritte in una grafia proveniente dal proto sinaitico e simile al fenicio.
L’ascesa della grafia aramaica
Nel periodo Neo-assiro (900-609 a.C.), neo-babilonese (609-539 a.C.) e soprattutto nel periodo ersiano (539-332 a.C.), entrò in uso l’alfabeto aramaico per gli scambi internazionali e il commercio. Una grafia, questa, semplice e bella che fu preso usata dai giudei esiliati in Babilonia all’inizio del VI sec. a.C.
Una grafia che continuò ad essere usata anche in Giuda, dopo il rientro dall’esilio. Nel periodo ellenistico, tra il 332 e il 63 a.C., questa grafia divenne celebre attraverso la tipologia detta “erodiana” e presente un po’ ovunque tra i rotoli del Mar Morto (30 a.C.-70 d.C.), altrimenti detta “squadrata”.
Il “Codex Lenigrandensis” dell’undicesimo secolo a.C. fu scritto proprio in questa grafia, da cui discende l’attuale testo della Biblia Hebraica Stuttgartensia.
La grafia dell’Ebraico antico fu abbandonata?
La grafia antica riapparve durante il periodo ellenistico e romano. Sia gli Asmonei (nel II e I secolo a.C.) che i capi delle ribellioni giudaiche (nel I e II secolo d.C.) coniarono monete con legende in Ebraico antico. Ritroviamo questa grafia in almeno 18 Rotoli del Mar Morto, contenenti libri della Torah.
Alla fine, gli ebrei abbandonarono la grafia antica dopo la repressione della rivolta di Bar Kokhba (135 d.C.). Tuttavia, non scomparve del tutto. Esso restò in uso tra i Samaritani che redassero il famoso “Pentateuco samaritano” in grafia antica. Forse, anche per questo motivo furono considerati scismatici dai Giudei del dopo esilio.