Nell’antichità, la gente credeva di essere al centro dell’universo, indipendentemente da dove si trovassero. L’universo, secondo loro, si componeva di tre livelli o dimensioni: cielo (שָׁמַיִם – shamàyim), terra (אֶרֶץ – èrets) e mari (יָם – yam).
Gli antichi immaginavano la terra come un disco piatto galleggiante sul mare cosmico o supportato da enormi colonne. Sotto la superficie terrestre, si pensava vi fossero caverne e catacombe, un regno oscuro abitato dai morti, insieme a fiumi sotterranei, divinità ctonie e demòni.
Elementi fondamentali di Genesi 1
Il “firmamento” (רָקִיעַ – raqia’) era sospeso sopra la terra, supportato da pilastri, pali da tenda o corde di piombo e separava i cieli inferiori da quelli superiori, dove i corpi celesti occupavano i primi e le divinità i secondi. I cieli avevano finestre che regolavano il flusso di pioggia, grandine e neve dalle riserve d’acqua sopra.
Le acque circondavano la terra, formando gli oceani, sorgenti, fiumi, ruscelli e laghi. L’insieme di questi elementi era chiamato “i mari”. In sintesi, i tre livelli – cielo, terra e mari – fornivano il modello strutturale di base per spiegare l’intero cosmo.
Il racconto della creazione in Genesi 1 unisce cielo e terra, utilizzando la frase “cieli e terra” come riferimento alla totalità dei fenomeni cosmici. Questo primo cosmo, descritto come “senza forma e vuoto – (תֹהוּ וָבֹהוּ – tòhu wavòhu)” indicava un ambiente disabitato e improduttivo, sommerso nell’oceano cosmico chiamato “abisso” (תְּהוֹם – tehom).
Cosmologia biblica e conflitto
Solo Dio poteva rendere ospitale questo ambiente oscuro, facendolo diventare una struttura tripartita con cielo, terra e mari. Il secondo giorno introdusse i cieli, separando le acque, mentre il terzo giorno vide il raduno delle acque sotto i cieli per rivelare la terra.
Questa struttura tripartita, chiave della cosmologia di Genesi 1, è presente anche in altre parti dell’Antico Testamento. Il secondo comandamento (Esodo 20,3-6) proibisce la fabbricazione di idoli raffiguranti esseri nei cieli, sulla terra o nell’acqua. Gli inni della creazione nei Salmi seguono questa struttura (Cfr. Sal 74,12–17; 95,3–5; 104,2–6; 136,5–6), e nel libro dei Proverbi, la saggezza divina è la forza dietro la creazione (Prv 3,19-20).
La cosmologia dell’Antico Testamento è sostanzialmente quella di Genesi 1, un cosmo ordinato da Dio e dichiarato “buono” o “molto buono.” Tuttavia, in alcuni passaggi emergono indizi velati in cui l’atto creativo di Dio è interpretato anche in termini conflittuali, generando un mondo caratterizzato dalla lotta.
Infatti, il quinto giorno vede la creazione di mostri marini, chiamati tanninim (תַּנִּינִים), che in seguito sono associati a draghi mitologici come Rahab (Is 51,9; Sal 89,10) e Leviathan (Gb 3,8; 41,1-34). Questi esseri diventano avversari cosmici di Yahweh in diversi passaggi dell’Antico Testamento.
Nel sesto giorno, Dio crea animali terrestri di ogni genere e dichiara che tutto è “buono.” Tuttavia, la tradizione biblica non sostiene una creazione vegetariana, ma una creazione buona che comprende anche animali predatori, come evidenziato da vari passaggi che esaltano il ruolo dei predatori nell’ecosistema.
In conclusione, l’Antico Testamento presenta un cosmo creato da Dio, ordinato e dichiarato buono, ma con sfumature di conflitto e lotta, soprattutto quando si parla di creature marine mitologiche e degli animali predatori.