Riprese: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!
Genesi 4,10
La precedente risposta/domanda di Caino: Sono io forse il custode di mio fratello? https://www.simoneventurini.com/corpo-e-lanima-la-psiche/è seguita da una ulteriore domanda di Dio, tanto umana, quanto grande è l’indignazione non solo per ciò che Caino aveva fatto, ma anche per la totale non custodia di un fratello maggiore nei riguardi di un fratello minore.
La sacralità assoluta della vita
A Dio nulla può restare nascosto, perché egli è il Signore della vita, che appartiene a lui in modo esclusivo e nessun uomo al mondo può arrogarsi il diritto di sopprimerla, senza che questo atto resti impunito.
Si può restare impuniti, è vero, di fronte ad una corte umana, ma non di fronte a Dio. Perché nessun cumulo di terra, nessuna sistema giudiziario corrotto, nessuna somma di denaro potrà mai coprire la vox oppressorum, la voce del sangue innocente sparso ingiustamente o per invidia, come in questo caso.
Storicamente, l’autore fa qui allusione – attraverso il verbo tsa’aq (צָעַק) “gridare” – al diritto di protezione legale ben presente nell’Antico Testamento (cfr. Gen 18,20; Dt 22,24; 2 Re 8,3; Gb 16,18 ss.).
Il testo mette in risalto la preziosità ed indistruttibilità della vita umana. Essa non può essere mai totalmente soppressa, perché continua a vivere e a reclamare l’attenzione di Dio e dei viventi. Di Dio, perché il sangue – che contiene secondo gli ebrei la vita stessa – è ciò che lega noi a Dio.
Il male fatto non svanisce nel nulla
Per noi sarebbe di più l‘anima, ma anche ciò che ci caratterizza nel profondo, laddove l’umano sconfina col divino. Nulla dell’uomo va distrutto – come qualsiasi altra cosa – ma nell’uomo c’è qualcosa in più che non è corruttibile, né può corrompersi. Ed anche se qualcuno non crede a queste cose, costui sappia che l’uomo è costituzionalmente molto più che materia addensata!
Il sangue – in Ebraico dam (דָּם) è il simbolo di ogni oppressione umana, il cui grido giunge – secondo la Bibbia (cfr. Es 1-2) – sempre a Dio, che non può non intervenire, anche se in modi e formi assai diverse da quelle che noi ci aspetteremmo.
Del resto, non c’è neppure bisogno di ricorrere a Dio. Per una legge intrinseca della natura – essa stessa posta da Dio per chi ha fede – chi pone un’azione violenta, non può che aspettarsi, prima o poi, di ricevere egli stesso un’azione violenta, in modo direttamente proporzionale alla violenza che egli ha messo nella sua azione.
Perché nulla di ciò che siamo è disunito con ciò che ci circonda e soprattutto con gli altri e in fin dei conti … anche con Dio.