Come accade quasi sempre nella Bibbia, soprattutto nei primi cinque libri, è assai difficile – se non impossibile – capire l’identikit di chi scrisse i vari libri che la compongono.
Ciò è vero anche per i “deuteronomisti”, ossia coloro che scrissero per la prima volta una “storia” (non una storiografia) di Israele. Ecco cosa dicono gli esperti.
Cosa scrissero?
Secondo uno dei maggiori esperti del secolo scorso, Martin Noth, non i deuteronomisti ma il deuteronomista scrisse da solo l’intera storia d’Israele – ossia i libri da Deuteronomio al Secondo libro dei Re – interrogandosi su quali fossero i motivi che condussero Israele alla distruzione e all’esilio.
Questa suggestiva ipotesi, che riflette anche il periodo in cui il noto biblista scrisse, ossia durante la seconda guerra mondiale, non trova conferma dai dati dalla ricerca socio-archeologica.
Infatti, è evidente che ai tempi della monarchia, solo pochi sapevano leggere e scrivere ed in genere queste persone appartenevano agli ambienti di corte e religiosi, come quelli del Tempio di Gerusalemme.
È assai difficile pensare che un individuo isolato possa, per suo diletto, aver scritto una storia come quella deuteronomista.
Israele e Giuda prima dell’esilio in Babilonia
Solo in epoca ellenistica, l’alfabetizzazione diventerà un fenomeno diffuso, così come il libro di Qoelet dimostra.
Esiste un ampio consenso, fra gli archeologi, che prima dell’VIII sec. a.C., Giuda non fu mai una nazione monarchica sviluppata, rispetto al nord, Israele.
Dopo la caduta di Samaria – nel 722 a.C. – molti abitanti del Regno del Nord si rifugiarono a sud e da quel momento in poi, Giuda e Gerusalemme subirono un importante incremento demografico e culturale.
I deuteronomisti dovevano essere perciò alti funzionari di Gerusalemme, forse gli scribi, ma anche i sacerdoti del Tempio.
Siccome poi gli storici deuteronomisti usano un certo stile e certe tecniche redazionali, allora si può pensare ad una vera e propria “scuola deuteronomista”, una sorta di circolo di intellettuali dell’epoca, ossia scribi e sacerdoti.
Fisionomia dei deuteronomisti
Gli scribi gestivano gli archivi e redigevano gli annali, evadevano corrispondenza diplomatica e redigevano perfino delle leggi.
Facevano anche propaganda, attraverso iscrizioni e testi. Questa loro grande abilità intellettuale e questa produzione letteraria conferiva loro un grande prestigio – ed anche autonomia – rispetto allo stesso re, che non di rado era analfabeta.
Essi custodivano i rotoli che essi stessi scrivevano, nei palazzi del potere o nel Tempio.
Non ci sono prove archeologiche che singoli individui possedessero rotoli, che venivano letti davanti al re in occasioni particolarmente solenni (cfr. Ger 36).
Dunque i deuteronomisti erano probabilmente degli scribi della casta intellettuale di corte. Ma era autori o redattori?
Entrambe le cose. Essi raccolsero documenti più antichi (si vedano i riferimenti agli “annali” nei libri dei Re, oppure le storie dei Giudici, per esempio 1 Re 14,19.29) che integrarono all’interno della loro produzione letteraria.
Nell’antichità, comunque, è assai difficile distinguere tra autori e redattori, perché il ruolo di scrive e raccoglie è unificato in un’unica persona o gruppo.
La stessa Bibbia è nata più per accumulo di testi scritti da vari autori operanti in diversi tempi.
Essi non si preoccupavano di rivedere ciò che i loro predecessori scrissero.
Questo è il motivo per cui molti brani sembrano contraddire altri, perché appunto assai spesso gli autori continuavano a scrivere altri brani, senza renderli coerenti.