Il primo libro di Samuele si apre con una scena intima e drammatica: il dolore silenzioso di una donna, la fede di un cuore spezzato, e l’inizio di una storia che cambierà per sempre il destino d’Israele. I primi tre capitoli ci introducono a personaggi chiave, luoghi sacri e dinamiche profonde tra umano e divino. Conosciamoli da vicino.
I personaggi principali
📜 Elqanàh (אֶלְקָנָה, Elqanà)
Significa “Dio ha acquistato” o “Dio ha creato”. Elqanà è un uomo della tribù di Efraim, devoto e fedele, ma anche rappresentante di una realtà familiare complessa: ha due mogli. È una figura apparentemente secondaria, ma è attraverso la sua casa che Dio inizierà un’opera di rinnovamento per Israele.
📜 Channàh (חַנָּה, Channà)
Significa “Grazia” o “favorita”. È la moglie amata ma sterile. La sua sofferenza non è solo biologica, ma sociale e spirituale: in una cultura dove la fertilità era segno della benedizione divina, Channàh si sente dimenticata da Dio. Ma proprio da questa “mancanza” nascerà la sua preghiera più potente.
📜 Peninnàh (פְּנִנָּה, Peninnàh)
Significa “perla”. È l’altra moglie di Elqanà, fertile ma meno amata. È colei che “provoca” Channàh, simbolo di un’umiliazione costante. Peninnàh rappresenta la tensione tra benedizione apparente e benedizione vera.
📜 ‘Eli (עֵלִי, ‘Eli)
Significa “innalzato”. È il sacerdote che serve nel santuario di Shilò. È anziano, autorevole, ma anche incapace di guidare correttamente i suoi figli e di discernere a prima vista il cuore degli altri (come nel caso di Channàh). Sarà il mentore di Samuele, ma anche testimone di una transizione epocale.
📜 Shemu’el (שְׁמוּאֵל, Shemu’él)
Significa “Dio ha ascoltato”. È il figlio tanto atteso di Channàh, frutto di una preghiera versata nel silenzio. Samuele è consacrato fin dalla nascita, e sarà non solo sacerdote e profeta, ma anche il ponte tra l’epoca dei giudici e quella della monarchia.
Il racconto: tra dolore e vocazione
Il racconto si apre a Ramatayim-Tsofim, nell’area montuosa di Efraim. Elqanàh sale ogni anno a Shilò (שִׁלוֹ), dove si trova il santuario con l’arca dell’alleanza, per offrire sacrifici. Qui si consuma il dramma familiare: Channà è sterile e tormentata da Peninnà.
Ma è a Shilò che avviene la svolta. Channàh, “amara nell’anima”, si presenta davanti al Signore e prega in silenzio, muovendo solo le labbra. ‘Eli pensa che sia ubriaca, ma dopo aver ascoltato il suo cuore, la benedice. Channàh torna a casa, e il testo dice: “il Signore si ricordò di lei”.
Nasce così Shemu’el, e Channàh mantiene la promessa: una volta svezzato, il bambino viene consacrato al Signore e portato al santuario per servire a tempo pieno. Un gesto radicale e unico nella Scrittura.
Capitolo 2 si apre con un inno di lode di Channàh, che sarà ripreso anche nel Magnificat di Maria. Nel frattempo, ‘Eli si scontra con la corruzione dei suoi figli, Chofnì e Pinchàs, sacerdoti malvagi che profanano i sacrifici.
Infine, il capitolo 3 segna un momento epocale: Dio chiama Samuele. È notte, e la voce del Signore risuona più volte. Samuele, ancora inesperto, corre da ‘Eli. Solo alla terza volta, il sacerdote comprende: “Se ti chiama ancora, rispondi: Parla, Signore, perché il tuo servo ascolta”. Così Samuele riceve la sua prima profezia, un duro messaggio contro la casa di ‘Eli.
Le usanze del tempo: uno sguardo alla vita religiosa e familiare
📍 La poligamia
Era un fatto comune, soprattutto tra uomini ricchi o importanti. Tuttavia, la Bibbia mostra quasi sempre i suoi frutti amari: gelosie, lotte interne, e sofferenze. La preferenza di Elqanà per Channà è simile a quella di Giacobbe per Rachele.
📍 Il santuario di Shilò
Prima della costruzione del Tempio a Gerusalemme, il luogo principale di culto era Shilò, dove si trovava l’arca dell’alleanza. I sacerdoti officiavano qui, e il popolo vi si recava per le principali feste. Era il cuore spirituale d’Israele.
📍 La consacrazione del primogenito
Ogni primogenito maschio apparteneva a Dio. Ma nella pratica, le famiglie pagavano un riscatto (numeri 18:15-16). Channà però non riscatta Samuele, lo offre interamente al servizio del Signore, come nazireo (separato, cfr. Numeri 6).
📍 Il sacerdozio di ‘Eli
‘Eli è una figura centrale del periodo di transizione. Rappresenta il vecchio ordine, ormai corrotto. I suoi figli sono sacerdoti degenerati, e il giudizio che Dio pronuncia su di lui apre la strada a una nuova leadership spirituale.
📍 La chiamata di Samuele
Il testo sottolinea che “in quei giorni, la parola del Signore era rara” (1Sam 3,1). Con Samuele, il silenzio si rompe. La rivelazione divina torna a fluire, e Samuele diventa profeta ascoltato da tutto Israele.
I primi tre capitoli di 1 Samuele sono un capolavoro narrativo e teologico. La Bibbia ci mostra che Dio ascolta il grido silenzioso, che non dimentica chi soffre, e che chi è scartato può diventare canale della Sua voce. Channà, donna sterile, diventa madre del profeta. ‘Eli, sacerdote corrotto, viene sostituito da un bambino puro. Il vecchio Israele cede il passo a un nuovo tempo.
E oggi? Forse anche noi, come Channà, ci troviamo a Shilò, silenziosi e pieni di dolore. Ma anche oggi, Dio ascolta chi Lo cerca col cuore. E continua a chiamare, nel cuore della notte, chi è pronto a rispondere: “Parla, Signore, perché il tuo servo ascolta”.