La Vulgata è una traduzione della Bibbia in Latino, che include sia il l’Antico che il Nuovo Testamento. Una delle caratteristiche più importanti della Vulgata è il suo stile letterario. Girolamo si sforzò di produrre una traduzione in latino che fosse chiara, accurata e letterariamente elegante.
La Vulgata
Accanto alla LXX, la versione greca dell’Antico Testamento, la Vulgata rappresenta la più importante versione in lingua classica dell’intera Bibbia.
A causa dell’eterogeneità delle versioni bibliche in circolazione al suo tempo, Girolamo decise di creare una traduzione standard in Latino – di qui il nome “Vulgata” – che fosse accurata e chiara. L’opera iniziò intorno al 382 d.C. e si protrasse per oltre 20 anni.
Per effettuare questo gigantesco lavoro, Girolamo non partì da zero, ma si avvalse di versioni latine precedenti e più antiche – dal II al IV sec. a.C. – che gli studiosi accomunano sotto il titolo di “Vetus Latina” che si diffuse in Africa settentrionale e in Spagna.
La Vulgata ebbe un’importanza enorme nella Chiesa cattolica e divenne la versione ufficiale della Bibbia in Latino. Fu utilizzata nelle liturgie, nei commentari teologici e fu fondamentale per la diffusione e lo studio delle Scritture all’interno del mondo cristiano di lingua latina.
Per secoli, la Vulgata fu l’unica Bibbia disponibile per la maggior parte dei fedeli, poiché l’accesso ai testi originali in Ebraico e Greco era limitato a ben pochi eruditi del settore.
Nel corso del tempo, con lo sviluppo degli studi biblici e il progresso nell’ermeneutica, la Chiesa cattolica ha incoraggiato l’uso di edizioni bibliche più aggiornate e accurate, basate sui testi originali ebraici e greci.
Fu così che, dopo il Concilio Vaticano II, fu edita la cosiddetta “Neo Vulgata“, un’edizione profondamente rielaborata per accostarla maggiormente al senso dei testi biblici originali in Ebraico e in Greco.
San Girolamo
Sofronio Eusebio Girolamo, più noto come San Girolamo, è una delle figure più importanti della storia della Chiesa cattolica e del pensiero cristiano.
Nato nel 347 d.C. a Stridone, una piccola città nella regione della Dalmazia (nell’attuale Slovenia), Girolamo trascorse la sua vita viaggiando e dedicandosi allo studio.
Girolamo proveniva da una famiglia cristiana benestante e fece studi di retorica a Roma. Fu istruito nella letteratura classica e nelle arti liberali, ma la sua ricerca di una vita più pia lo portò a dedicarsi al Cristianesimo e alla vita monastica. Fu battezzato nel 366 d.C. e divenne monaco poco dopo.
Nel 374 d.C., Girolamo decise di abbandonare la sua vita mondana e si ritirò nel deserto della Siria per vivere come eremita. Qui trascorse diversi anni dedicandosi alla meditazione, alla preghiera e agli studi teologici. La sua esperienza nel deserto lo aiutò a sviluppare una profonda spiritualità e a rafforzare il suo impegno religioso.
Oltre alla sua opera come traduttore biblico, Girolamo fu un prolifico scrittore e teologo. Scrisse numerosi commentari sulla Bibbia e trattati teologici, molti dei quali riguardavano questioni dottrinali e morali.
Tra le sue opere più famose vi sono il “De Viris Illustribus” (Sulla vita di uomini illustri), una raccolta di biografie di importanti figure cristiane, e le “Lettere“, una collezione di corrispondenze con amici, contemporanei e discepoli.
La personalità di Girolamo era vivace e talvolta polemica. Entrò in conflitto con vari personaggi religiosi del suo tempo e affrontò critiche da parte di alcuni suoi contemporanei. Tuttavia, la sua erudizione e il suo zelo per la difesa della dottrina cristiana gli guadagnarono rispetto all’interno della Chiesa.