«[La terra] che partorisce tutti gli esseri, li nutre e ne riceve poi nuovamente il germe fecondo».
Eschilo, Coefore
La terra presso i Greci
In Grecia, fin dai tempi più antichi, Gaia o Ghe godette di un culto assai esteso. In un inno antichissimo, così si parla della terra:
«Zeus fu, è e sarà, o Grande Zeus; con il tuo aiuto la Terra ci dà i suoi frutti. Giustamente noi la chiamiamo madre nostra».
La terra forma così il fondamento del cosmo ed era adorata perché fruttificava, era feconda e riceveva.
La terra nella creazione biblica
Nel racconto della creazione biblica, narrato in due versioni e scritto intorno al VI sec. a.C. (leggi Genesi 1-2), si parla ugualmente delle terra, ma con qualche cambiamento.
Essa viene chiamata אֲדָמָֽה ‘adamah, che indica il suolo battuto, a differenza di עָפָר֙ ‘afar che indica, invece, la polvere sopra la terra. C’è anche un terzo termine, אֶרֶץ ‘eretz che significa sia terra, che nazione (‘erets Israel = nazione di Israele)
Anche nella Bibbia, dalla terra provengono gli animali e la vegetazione, ma l’attività produttrice della terra è comunque legata ad un ordine preciso di YHWH, il Dio degli ebrei.
Qualcosa di simile è presente anche nell’antica Grecia – vedi il frammento di testo citato poc’anzi – anche se qui Gaia era adorata e venerata come Madre terra.
La sacralità di Madre terra
Anche nella Bibbia però, a dire il vero, la terra ha una certa autonomia rispetto a YHWH. Certamente, c’è l’ordine divino: la terra produca … (Genesi 1,11.24), ma poi è la terra stessa che fa uscire i germogli e gli esseri viventi.
Perciò, anche per la Genesi, la terra – mai chiamata madre terra – gode di un certo status, non divino, ma comunque di una creazione divina particolarmente rispettabile.
Infatti, gli antichi ebrei e gli antichi greci osservavano semplicemente la vita e vedevano che dalla terra fuoriuscivano gli esseri viventi e ad essa ritornavano.
Essi erano in un certo senso fusi con essa è perciò da essa venivano e ad essa tornavano (cfr. Giobbe 1,21).
La terra e l’uomo
Nella Bibbia, anche l’uomo deriva dalla terra. Egli si chiama אָדָם ‘adam un nome profondamente imparentato con אֲדָמָֽה ‘adamah. Tra l’altro, in ebraico דָּם dam è sangue e perciò la terra, in un certo senso, contiene anche il sangue di cui l’uomo è composto.
Qualunque sia il rapporto tra il sangue e la terra, gli autori biblici volevano comunque mettere in rapporto l’uomo e la terra, la sua universale derivazione.
La terra rappresenta l’uomo, la sua maggiore o minore ricettività sia ai semi che all’acqua. Tale simbologia è presente anche nei vangeli, per esempio nella parabola del buon seminatore (Marco 4,1-12). I vari tipi di terreno rappresentano i vari tipi di persone, più o meno ricettive all’azione di Dio e della sua parola.