Storia di Ismaele nella Bibbia
La nascita di Ismaele – in Ebr. יִשְׁמָעֵאל “yishma’él” “Dio ascolterà” – viene descritta come una concessione divina a causa delle preghiere di Agar e Abramo (Genesi 16). Tuttavia, la tensione familiare emerge quando Sara partorisce Isacco (Genesi 21,1-7), il figlio promesso, portando a conflitti e divisioni.
Dopo la nascita di Isacco, la situazione familiare si complica ulteriormente. Durante una festa per lo svezzamento di Isacco, Sara vide Ismaele scherzare con Isacco, suscitando in lei apprensione per il benessere e l’eredità del suo vero figlio. Di conseguenza, Sara chiese ad Abramo di allontanare Agar e Ismaele dal loro accampamento.
Abramo, turbato dalla richiesta, ne ebbe però approvazione divina. Così, all’alba del giorno successivo, Abramo fornì ad Agar una piccola quantità di cibo e acqua e la cacciò via con Ismaele nel deserto di Bersabea.
Tuttavia, Dio ascoltò le grida di Agar e le apparve attraverso un angelo, confortandola e assicurandole che Ismaele sarebbe diventato il capo di una grande nazione. In seguito, Agar e suo figlio trovarono rifugio nel deserto di Paran, dove Ismaele crebbe e divenne un abile arciere (Genesi 21,8-20).
Ismaele torna sulla scena in occasione della morte del padre Abramo, quando insieme al fratello Isacco seppellisce il patriarca. La Genesi (cap. 25) elenca anche i dodici figli di Ismaele, ciascuno dei quali diventò un capo tribù in un’area geografica molto estesa, dal Golfo persico fino all’Egitto.
La Bibbia narra anche che Esaù – figlio di Giacobbe – si recò da Ismaele per prendersi in moglie una delle sue figlie, Macalat (Genesi 28,9).
La Bibbia parla anche dei discendenti di Ismaele, gli Ismaeliti, che portano Giuseppe – figlio di Giacobbe gettato nella cisterna dai suoi fratelli – in Egitto (Genesi 37,28). Se ne parla ancora in Giudici (8,24) e nel Sami (83,4-7).
Infine, nel Nuovo Testamento, Paolo di Tarso parla di Ismaele come immagine di schiavitù alla Legge mosaica, in contrapposizione ad Isacco che rappresenta invece la libertà nel segno della grazia di Cristo (Galati 4,21-23).
La storia di Ismaele al di fuori della Bibbia
Secondo il Corano, sia Abramo che Ismaele sono considerati profeti, entrambi incaricati di predicare il monoteismo. Si narra del loro ruolo nel costruire la Kaaba, il santuario principale dei Musulmani a La Mecca. Le leggende islamiche si concentrano anche sulle peripezie di Ismaele nel deserto e sull’origine delle tribù nomadi della regione.
Secondo la tradizione rabbinica, Ismaele ebbe due mogli, Aisha e Fatima, rispettivamente i nomi della figlia e della moglie di Maometto, quasi a significare che Ismaele è il capostipite dell’Islam.
Con il passare del tempo, le tribù arabe si diffusero un po’ ovunque nella penisola araba. Gli Arabi furono tradizionalmente distinti in Adnaniti e i Qahtaniti. Gli Adnaniti sono considerati discendenti di Ismaele attraverso il suo figlio Adnan.
Questa discendenza ha avuto un ruolo significativo nel contesto storico della Penisola Arabica e nella fondazione dell’Islam. La città della Mecca divenne il centro di riferimento per gli Adnaniti, grazie alla presenza della Kaaba e alla sua importanza nel culto religioso pre-islamico.
I Qahtaniti, d’altra parte, sono considerati discendenti di Qahtan, anch’esso un antenato di Ismaele. Queste tribù sono spesso associate alle regioni del sud della Penisola Arabica, come lo Yemen e l’Oman. Essi hanno giocato un ruolo fondamentale nella storia dell’Arabia meridionale e delle rotte commerciali antiche, come la via dell’incenso.
Le tribù arabe si sono distinte per la loro struttura sociale basata su legami tribali e familiari. Vivendo principalmente in aree desertiche, queste tribù si sono adattate a uno stile di vita nomade o seminomade, spostandosi tra pascoli e fonti d’acqua per il bestiame.
Con il tempo, molte tribù arabe si sono convertite all’Islam dopo la diffusione di questa religione nel VII secolo d.C. Grazie alla rapida espansione dell’Islam, le tribù arabe acquisirono un forte senso di unità culturale e religiosa.
Questa unità fu fondamentale nell’affermare l’influenza politica ed economica delle popolazioni arabe, che in seguito fondarono califfati e imperi che coprivano vaste aree del Medio Oriente, dell’Africa settentrionale e persino della Spagna.
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