In Esodo 14, come abbiamo detto, sono presenti due diversi racconti, fusi e adattati insieme dall’autore. Il primo, che abbiamo visto, è il racconto del vero proprio miracolo, la cosiddetta “apertura del Mar Rosso” attuata da Dio attraverso il suo servo Mosè. Il secondo, invece, è un miracolo un po’ più indiretto, potremmo dire, ossia le acque del mar Rosso che si prosciugano.
Il testo in cui il mare si prosciuga
Questo racconto, secondo gli esperti, è più difficile da riconoscere all’interno del brano. Gli esegeti, allora, si limitano a dire che esso è composto da tutti quei versetti che non appartengono al primo.
L’unica parte chiara è composta dai versetti 13,17-18; 14,5-7.10, ossia il motivo per cui il Faraone decide di inseguire gli ebrei, i preparativi per l’inseguimento, l’inseguimento e lo sgomento degli ebrei davanti a questo fatto:
Quando il faraone lasciò partire il popolo, Dio non lo condusse per la strada del paese dei Filistei, benché fosse più corta, perché Dio pensava: «Altrimenti il popolo, vedendo imminente la guerra, potrebbe pentirsi e tornare in Egitto». Dio guidò il popolo per la strada del deserto verso il Mare Rosso. Gli Israeliti, ben armati uscivano dal paese d’Egitto.
(Esodo 13,17-18)
Quando fu riferito al re d’Egitto che il popolo era fuggito, il cuore del faraone e dei suoi ministri si rivolse contro il popolo. Dissero: «Che abbiamo fatto, lasciando partire Israele, così che più non ci serva!».
Attaccò allora il cocchio e prese con sé i suoi soldati.
Prese poi seicento carri scelti e tutti i carri di Egitto con i combattenti sopra ciascuno di essi.
Quando il faraone fu vicino, gli Israeliti alzarono gli occhi: ecco, gli Egiziani muovevano il campo dietro di loro! Allora gli Israeliti ebbero grande paura e gridarono al Signore.(Esodo 14,5-7-10)
Il resto è meno coerente ed inizia con la reazione di Mosè e il prosciugamento del mare. L’intervento di YHWH fa fuggire gli egiziani che muoiono quando le acque del mare tornano al loro consueto livello. Segue una conclusione di tipo teologico:
Quando fu riferito al re d’Egitto che il popolo era fuggito, il cuore del faraone e dei suoi ministri si rivolse contro il popolo. Dissero: «Che abbiamo fatto, lasciando partire Israele, così che più non ci serva!».
Attaccò allora il cocchio e prese con sé i suoi soldati.
Prese poi seicento carri scelti e tutti i carri di Egitto con i combattenti sopra ciascuno di essi.
Quando il faraone fu vicino, gli Israeliti alzarono gli occhi: ecco, gli Egiziani muovevano il campo dietro di loro! Allora gli Israeliti ebbero grande paura e gridarono al Signore. Mosè rispose: «Non abbiate paura! Siate forti e vedrete la salvezza che il Signore oggi opera per voi; perché gli Egiziani che voi oggi vedete, non li rivedrete mai più! Il Signore combatterà per voi, e voi starete tranquilli».
Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore, durante tutta la notte, risospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero.
Ma alla veglia del mattino il Signore dalla colonna di fuoco e di nube gettò uno sguardo sul campo degli Egiziani e lo mise in rotta. Frenò le ruote dei loro carri, così che a stento riuscivano a spingerle. Allora gli Egiziani dissero: «Fuggiamo di fronte a Israele, perché il Signore combatte per loro contro gli Egiziani!».
Mosè stese la mano sul mare e il mare, sul far del mattino, tornò al suo livello consueto, mentre gli Egiziani, fuggendo, gli si dirigevano contro. Il Signore li travolse così in mezzo al mare. Le acque ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri di tutto l’esercito del faraone, che erano entrati nel mare dietro a Israele: non ne scampò neppure uno. In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani e Israele vide gli Egiziani morti sulla riva del mare; Israele vide la mano potente con la quale il Signore aveva agito contro l’Egitto e il popolo temette il Signore e credette in lui e nel suo servo Mosè.(Esodo 13,5-6.7.10.13-14.21.24-25.27-28.30-31)
Caratteristiche di questo racconto
La caratteristica di questo racconto è che, a differenza del primo, qui è Mosè che parla e Dio agisce da solo, autonomamente. Lo scopo di YHWH è salvare Israele e non dare sfoggio della sua potenza davanti agli egiziani. Alla fine, elemento che manca nel primo racconto (quello in cui il mare si divide), Israele teme YHWH e crede non solo in lui, ma anche in Mosè che è suo servo.
Il prossimo passo è di vedere dove, nella Bibbia, si ritrovano gli stessi motivi e gli stessi interessi di ciascuno dei due racconti fusi insieme nel capitolo 14 dell’Esodo.
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