Chi tra noi non è curioso, almeno un po’, di cercare le proprie origini, quelle della famiglia in cui si è cresciuti, per capire da dove parte il grande fiume di vita che giunge fino a noi, oggi?
Ma anche oltre, più indietro ancora, fino a quella Origine che ha affascina veramente tutti, perché da lì è partito tutto quello che siamo, pensiamo e amiamo.
Com’è nato il libro della Genesi
Proprio di questo parla la Genesi, il primo libro della Bibbia, che propriamente è chiamato bereshit (in Ebraico בְּרֵשִית), ossia “in principio”, ossia l’inizio che riguarda il cosmo e tutto ciò che in esso vive e cresce, ognuno di noi come singolo inserito in una comunità, in una famiglia in un “popolo” che procede verso un obiettivo, ignoto, ma certo.
Chi la scrisse, circa 2600 anni fa, aveva fatto di quelle “origini” non solo un oggetto di ricerca storica, ma anche e soprattutto un programma di vita, una questione di identità. Quando tutto crolla o è già crollato, quando guardandosi intorno non ci sono che rovine e cumuli di macerie, la domanda è: cosa è andato storto? Cosa abbiamo sbagliato?
Gli autori della Genesi compresero allora che per rinascere, per risorgere dalle ceneri, occorreva risalire all’Origine, alla fonte per scoprire le fondamenta della propria identità perduta o da aggiornare. Chi siamo? Da dove veniamo? Domande necessarie almeno per chi non si accontenta dei dati anagrafici, ma vuole sapere cosa c’è al di fuori e sotto il proprio ristretto ambito familiare.
Un libro di famiglia
Tutto ciò viene esposto in una manciata di brani – raccolti nei primi 11 capitoli – chiamati la “proto-storia” di Israele, perché rappresenta tutto ciò che occorre sapere per capire tutta la complessa e spesso tragica vicenda degli Ebrei, il popolo a cui la Bibbia ebraica appartiene.
Il libro delle origini di una storia, della famiglia cui appartengo. Non due ambiti distinti, ma due fasi successive e conseguenti. Non c’è famiglia senza una genealogia – anche senza che la si ricostruisca – e senza discendenza; una discendenza che risale la corrente e giunge in Alto e una discendenza che fa crescere quella stessa storia.
Anche di questo parla la Genesi – nei capitoli 12-50 – la seconda parte del libro, dove le nebbie luminescenti del mito, cedono il passo allo sviluppo rigoglioso e non di rado imprevedibile della storia. Capitoli che sono legati al nome di Abramo, Isacco e Giacobbe – i cosiddetti “Patriarchi” – e dei loro discendenti.
Personaggi interpellati nel profondo
Essi stessi sono stati interiormente interpellati da quella Origine, da Dio, che ha messo in moto una storia che è anche la nostra nel profondo, laddove passione, istinto e desideri, emozioni e progetti travalicano millenni e giungono freschi e intatti fino a noi.
Perché in fondo ci riguardano e possono muovere e smuovere la nostra vita in un modo o in altro, proprio come accadde ad Adamo, Eva e alla loro universale progenie.
La fine nell’inizio
La ricchezza infinita di questo libro è tutta racchiusa in ciò che da esso è scaturito, fino alla fine del libro di cui costituisce l’ouverture. I suoi simboli, i suoi temi, le sue evocative immagini sono presenti ovunque nella Bibbia, ognuno a suo modo rifrangendo e approfondendo la Luce iniziale che per la prima volta ha illuminato le tenebre dell’insipienza.
La luce che si fa spazio nelle tenebre e le tenebre che costantemente la insidiano con i suoi sinistri emissari, è la trama segreta della storia passata, presente e futura.
Una logica, una dinamica messa in moto da Dio e che emerge fragorosa e dirompente ad ogni svolta cruciale, ad ogni evento epocale della storia che inizia dal capitolo 12 e che prosegue – manifestandosi sempre più – fino all’Apocalisse.
Un percorso speculare
Dall’inizio alla fine e poi dalla fine all’inizio; è questo il percorso nel tempo di una ricerca senza tempo, il desiderio insaziabile di sapere da dove veniamo, chi siamo e di cosa ci aspetta.
Una ricerca che soddisfa solo chi ha la pazienza e l’intelligenza di cercare nel profondo ciò che non si riesce a trovare in superficie, comprensibilmente intrisa di contraddizioni e perfino di assurdità, come spesso contraddittoria e assurda è la nostra esistenza.
Solo se si guarda ciò che ora si è alla luce di ciò che si è stati, si può capire che nulla è accaduto per nulla e che ogni singolo istante è la tessera di un mosaico che attende di essere contemplato in tutto il suo splendore.