La sensazionale scoperta nel sud della Palestina
(Fonte ANSA) A sud di Israele, presso il deserto del Neghev, presso la città bizantina di Shivta, il gruppo di ricerche archeologiche dell’Università di Haifa diretto dalla storica dell’arte Emma Maayan-Fanar ha portato alla luce un volto dipinto sulla roccia.
Si tratta di una ricerca pluriennale e interdisciplinare, a cui partecipano, oltre alla Mayyan-Fanar anche il Prof. Guy Bar-Oz, Yotam Tepper, and Ravit Linn.
La notizia e la scoperta
La notizia risale ad agosto, riportata nella rivista Antiquity di Cambridge. Nella rivista si dice che la scoperta è molto importante perché rappresenta l’unica raffigurazione di Cristo, prima del periodo iconoclasta.
Perciò essa può gettare luce sulla vita delle prime comunità cristiane bizantine dell’intera regione.
L’immagine di Cristo, nell’abside del Battistero di una delle tre chiese di Shivta, un villaggio del periodo bizantino. Accanto a Cristo doveva esserci anche Giovanni Battista.
Un Cristo diverso
La fisionomia del volto di Cristo, con capelli corti e ricci e col naso allungato, era tipica dell’Egitto e dell’area siro-palestinese e poi scomparve nella successiva arte bizantina, prima della lotta iconoclasta.
La cosa sorprendente è che si tratta di un’immagine assai diversa da quella che tutti ci figuriamo, ossia di un Cristo con capelli lunghi, barba e viso occidentale.
Un volto diverso da quello della Sindone
Insomma, un viso assai diverso da quello che appare nella Sindone e che potrebbe rappresentare una tradizione iconografica molto antica.
Il fatto è che, mentre la datazione della Sindone è ancora discussa, questa immagine viene chiaramente datata al VI secolo d.C. Una notizia da tenere sott’occhio e circa la quale vi terrò aggiornati, qualora vi fossero novità.
La scoperta non confuta né smentisce l’autenticità della Sindone, ma semplicemente testimonia come i primi cristiani si raffiguravano Cristo, forse sulla base di qualche reminiscenza storica.