Il libro di Giuditta è un libro deutero canonico presente nella versione cattolica della Bibbia e nelle traduzioni della Settanta, la Bibbia in Greco, ma non nella Bibbia ebraica. Il motivo di questa assenza è che il libro fu scritto in Greco e non in Ebraico. Il libro è assente anche nel canone ufficiale delle chiese protestanti.
Il libro di Giuditta – in Ebr. יְהוּדִית “yehudit” – racconta la storia di una donna ebrea di nome Giuditta che si distingue come eroina e liberatrice del suo popolo.
La trama del libro si svolge idealmente durante il periodo in cui gli ebrei erano oppressi dagli Assiri. Giuditta, una bella vedova, si fa avanti e si reca nel campo del generale assiro Oloferne, che sta assediando la sua città di Betulia.
Con astuzia e coraggio, Giuditta riesce ad avvicinarsi a Oloferne, lo seduce e lo decapita, diventando così una figura di salvezza per il suo popolo.
Il libro di Giuditta è considerato un racconto simbolico di vittoria e liberazione. Rappresenta la vittoria del popolo ebraico sulla potenza straniera attraverso l’astuzia, la fede e l’intervento divino. La figura di Giuditta viene elogiata per la sua bellezza, saggezza e devozione a Dio.
Struttura del libro
La struttura del libro può essere suddivisa in diverse sezioni principali:
- Introduzione (capitoli 1-2): Il libro si apre con una descrizione del periodo storico in cui si svolge la storia. Viene menzionata l’oppressione degli ebrei da parte dell’esercito assiro e l’assedio della città di Betulia.
- Preghiera di Giuditta (capitolo 3): Giuditta, preoccupata per la situazione del suo popolo, prega a Dio chiedendo aiuto e protezione. Questa preghiera svolge un ruolo significativo nel contesto del libro, poiché riflette la fiducia di Giuditta in Dio e la sua richiesta di intervento divino.
- Incontro tra Giuditta e Oloferne (capitoli 4-7): Giuditta decide di andare nel campo di Oloferne per cercare di porre fine all’assedio di Betulia. Qui, si presentano dialoghi e interazioni tra Giuditta e Oloferne che culminano nell’invito ad amdare nella tenda di lui.
- La decapitazione di Oloferne (capitoli 8-13): In questa sezione centrale del libro, Giuditta riesce a uccidere Oloferne. Mentre lui è ubriaco, lo decapita e scappa con la sua testa, portando un segno di vittoria al suo popolo.
- Celebrazione e liberazione (capitoli 14-16): Dopo la morte di Oloferne, Giuditta torna trionfalmente a Betulia, mostrando la testa del generale agli assedianti. Ciò causa confusione e panico tra gli assedianti, che fuggono. Il popolo di Betulia celebra la vittoria di Giuditta e la ringrazia per la sua audacia e coraggio.
Storicità
La natura dei luoghi descritti nel libro di Giuditta è oggetto di dibattito tra gli studiosi. Alcuni ritengono che i luoghi menzionati nel libro siano reali, mentre altri sostengono che siano di natura fantastica o simbolica.
Ad esempio, la città di Betulia, che è il principale scenario dell’assedio e della liberazione, non è menzionata in altre fonti storiche o bibliche al di fuori del libro di Giuditta. Ciò ha portato alcuni studiosi a suggerire che Betulia possa essere una creazione letteraria o una località inventata per scopi narrativi.
Allo stesso modo, la figura di Oloferne, il generale assiro, non è menzionata in altre fonti storiche al di fuori del libro di Giuditta. Alcuni studiosi interpretano Oloferne come un personaggio letterario simbolico, piuttosto che una figura storica reale.
È importante notare che il libro di Giuditta è considerato un racconto simbolico o leggendario piuttosto che un resoconto storico accurato. Pertanto, alcuni degli elementi narrativi, tra cui i luoghi e i personaggi, potrebbero essere stati creati per enfatizzare i temi teologici e letterari del racconto.
In definitiva, non c’è consenso tra gli studiosi sulla veridicità storica dei luoghi descritti nel libro di Giuditta. Alcuni potrebbero considerarli come luoghi reali, mentre altri potrebbero interpretarli come elementi letterari o simbolici.