Certamente, non voglio qui dire qual è la verità. Impossibile, ovviamente per qualsiasi essere umano, poiché la verità in greco è ἀλήθεια (aletheia). La parola è composta da un cosiddetto “alfa privativo” e da un nome che viene dal verbo greco λανθάνω (lanthano) che significa “nascondere, velare”. Perciò verità è ἀ–λήθεια a-letheia, ossia svelamento progressivo.
Questa è una specie di premessa, che mette in guarda chiunque dal dire che si conosce la verità assoluta. Ma a noi interessa l’ebraico. Qui verità è אֶמֶת (‘èmet) che però – sorpresa – non significa principalmente “verità”, così come la intendiamo noi, ossia come una parola o discorso che enunci qualcosa di vero.
אֶמֶת (‘èmet) infatti significa anzitutto affidabilità, sicurezza, affidabilità perché viene da una radice – ogni elemento nominale e verbale ebraico discende da una radice trilitterale – אָמַן (aman) – che appunto significa “confermare, supportare, essere affidabili, sicuri”.
Ben conosciamo l’espressione אָמֵן (amèn) che diciamo alla fine delle nostre preghiere, per dire che “ci fidiamo di quello che è stato detto, così sia”.
Il profeta Geremia esprime bene il concetto di אֶמֶת (‘èmet):
הִנְנִ֧י מַעֲלֶה־לָּ֛הּ אֲרֻכָ֥ה וּמַרְפֵּ֖א וּרְפָאתִ֑ים וְגִלֵּיתִ֣י לָהֶ֔ם עֲתֶ֥רֶת שָׁלֹ֖ום וֶאֱמֶֽת׃ – hinenì maghalèh-llah ‘arukàh umarpèh urefa’tìm wegilletì lahèm ‘atèret shalòm we’èmet.
Ecco io farò rimarginare la loro piaga, li curerò e li risanerò; procurerò loro abbondanza di pace e di sicurezza.
(Geremia 33,6)
Le espressioni in neretto sono quelle che ci interessano. Vedete che ’emet è tradotto con “sicurezza”. Geremia, all’indomani della distruzione di Gerusalemme nel 587 a.C. per mano dei Babilonesi, profetizza che in futuro vi sarà “pace e sicurezza”, perché il discendente di Davide che regnerà “eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra” (Geremia 33,15).
Perciò la “sicurezza” viene da un uomo di governo “affidabile, autorevole” e che è giusto, ossia amministra in modo giusto e secondo il volere di Dio. Non parla di verità, ma è la verità nel senso che è una persona sicura, autorevole, cui ci può affidare.
Cerchiamo la pace, bene essa non viene dall’enunciazione di verità – che spesso dividono – ma da “persone vere” giuste, affidabili e soprattutto buone. In questo momento storico, avremmo proprio bisogno – nella società e nella chiesa – di uomini così!