(Articolo di Cecilia Mariotto)
Qualcuno che sente questi versi del vangelo potrebbe porsi qualche domanda: ma i cristiani mangiano il loro Dio?
In effetti il vangelo di Marco cita così:
E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». 23Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti.
(Mc 14,22-24)
Cosa significa mangiare Dio?
Tutti i gesti che Gesù compie in questa cena, appartengono profondamente alla cultura ebraica. A partire proprio dal ringraziamento quell’ εὐχαριστήσας ( dal greco “rendere grazie, ringraziare”) che compie prima di condividere il pane e il vino. E’ un grazie che Gesù, ebreo, profondamente inserito nella preghiera e nella cultura ebraica, vive con tutto se stesso.
Il pane diventa corpo. Il vino diventa sangue.
Il sangue dell’alleanza è presente anche nell’Esodo, quando Mosè asperge con il sangue il popolo di D-o, e si trova citato anche nel profeta Zaccaria.
Ma perchè mangiare il pane-corpo e il vino-sangue?
Pane e vino
Pane e vino, secondo l’interpretazione cabalistica (che possiamo approfondire con l’autore Luca Gavazzi) nella tradizione ebraica hanno un significato profondo con la Parola, con le Sacre Scritture. Mangiare il pane significa “mangiare” la Parola di D-0, mangiare quello che ci spiega, che ci racconta.
Bere il vino significa lasciare che queste parole possano reagire, fermentare dentro di noi, perchè possano portare ad un’azione, ad un comportamento, ad un modo di essere.
A questo punto Gesù si fa Parola di Dio con la sua vita, con le sue azioni, con il modo di vivere i sentimenti. E per chi è cristiano Gesù si lascia “mangiare” come la Parola, diventando vino che fermenta nel nostro corpo, nel nostro cuore.
Ecco allora che l’Alleanza prende una forma nuova. Il nuovo pane e il nuovo vino sono la vita che Gesù ci mostra, ci insegna, ci da la possibilità di vivere ascoltando in profondità il suo messaggio.