Siamo in possesso di testi importanti quali per esempio le decine di migliaia di documenti contemporanei col periodo delle origini di Israele.
Testi antichissimi e preziosi
Tra questi vi sono le tavolette di Mari del XIX secolo a.C. (circa 25.000), i testi cappadoci del XIX secolo (molte migliaia), migliaia di documenti della prima dinastia babilonese (dal XIX al XVI secolo a.C.), i testi di Nuzi del XV secolo (diverse migliaia), le tavolette di Alalakh del XVII e XV secolo,
le tavolette di Ras Shamra (intorno al XIV secolo, ma che contengono materiale assai più antico), i testi di esecrazione ed altri documenti del Regno Medio Egiziano (dal XX al XVIII secolo) e tanti altri.
A questo materiale vanno aggiunti i testi di Ebla, dalla Siria Settentrionale, (circa 16.000) che, sebbene risalgano ad un periodo appena precedente (intorno alla metà del terzo millennio), gettano molta luce sulle origini di Israele.
Antichità delle tradizioni sui patriarchi
Tornando alla luce il periodo del Bronzo Medio (inizio del secondo millennio), è divenuto sempre più evidente che i racconti patriarcali, lungi dall’essere creazioni letterarie del periodo monarchico, riflettono un periodo molto antico, ben prima che Israele diventasse un popolo. La conclusione più ragionevole è che le tradizioni, qualunque sia il loro valore storico, sono comunque assai antiche.
Non desta dunque sorpresa che negli ultimi anni [ossia alla fine degli anni cinquanta N.D.R.] sia cresciuto l’interesse per lo studio delle piccole unità tradizionali [ossia racconti brevi che contengono tradizioni antiche] alla luce dei metodi di critica delle forme e delle analisi comparative.
I risultati hanno evidenziato che numerosi poemi, genealogie, leggi e racconti, perfino nei documenti più tardivi, hanno un’alta probabilità di essere di antica origine e di grande valore storico. [Una tendenza, questa, che poi è andata perdendosi a favore di una datazione sempre più recente dei racconti patriarcali N.D.R.].
Perché trasmessi oralmente i racconti sono storicamente poco affidabili?
Tutto ciò ha comportato una rivalutazione del ruolo della tradizione orale nella trasmissione del materiale. Che molta parte della letteratura del mondo antico – poemi epici, materiale tradizionale, legale e liturgico – fu trasmesso oralmente è ormai un fatto universalmente riconosciuto [molto meno oggi N.D.R.].
Perfino in tempi più recenti, è noto che nelle società dove i testi scritti sono rari ed alto è il tasso di analfabetismo, la letteratura tradizionale viene tramandata per intere generazioni, lungo i secoli, di bocca in bocca.
Ed anche quando il materiale trasmesso oralmente viene messo per iscritto, non necessariamente termina la tradizione orale, fungendo quest’ultima da controllo sui testi, che tuttavia non la sostituiscono.
Poiché poi la poesia è più facilmente memorizzabile rispetto alla prosa, è ragionevole supporre che materiali messi in versi o forgiati attraverso formule stereotipate come le leggi furono trasmessi in modo assai più accurato rispetto ad altre forme di discorso.
(Liberamente tratto da J. Bright, A History of Israel, 1980, pp. 69-71)