Dopo del tempo, mio figlio Matusalemme prese una moglie per suo figlio Lamek e costei rimase incinta da lui e generò un figlio. Ed era, la sua carne, bianca come neve e rossa come rosa e i capelli del suo capo e la sua chioma erano come bianca lana e belli erano i suoi occhi e, quando li apriva, illuminava tutta la casa, come il sole, e tutta la casa risplendeva assai.
E quando fu preso dalle mani delle levatrice, aprì la bocca e parlò al Signore di giustizia. Suo padre, Lamek, ebbe paura di lui e fuggì. E venne da suo padre Matusalemme e disse: “Io ho generato un figlio diverso. Non è come gli uomini, ma sembra figlio degli angeli del cielo e la sua creazione è diversa e non è come noi e i suoi occhi sono come i raggi del sole: la sua faccia risplende.
Mi sembra che egli non sia nato da me, ma dagli angeli ed io temo che, ai suoi giorni, avverrà un prodigio sulla terra. Ed ora io, padre mio, ti scongiuro e ti prego acché tu vada da Enoch, nostro padre, ed ascolti da lui il vero, poiché la sua residenza è con gli angeli”.
E quando Matusalemme ascoltò le parole del figlio, venne da me, ai confini della terra, poiché aveva udito che io stavo colà, e gridò. Io udii la sua voce e venni presso di lui e gli dissi: Eccomi, figlio mio, perché sei venuto presso di me?”.
Egli mi rispose e mi disse: “Son venuto da te per causa di una gran cosa e per la visione terribile per la quale mi sono avvicinato. Ora, ascoltami, o padre mio, poiché a mio figlio Lamek è nato un figlio il cui aspetto e la cui creazione non è come la creazione degli uomini;
il suo colore è bianco più della neve e rosso più della rosa, i suoi capelli sono bianchi più della bianca lana e i suoi occhi sono come i raggi del sole ed egli ha aperto gli occhi ed ha illuminato tutta la casa. E’ stato sollevato dalle mani della levatrice, ha aperto la sua bocca e ha benedetto il Signore del cielo. E suo padre Lamek si è spaventato ed è corso da me e non credeva che egli fosse nato da lui, ma quasi come dagli angeli del cielo. Ed ecco, sono da te perché tu mi annunci il vero”.
Ed io, Enoch, risposi e gli dissi: “Il Signore rinnova le novità sulla terra ed io ho già visto ciò nella visione e ti ho fatto noto che nella generazione di Yared, mio padre, si è negletta, dall’alto dei cieli, la parola del Signore. Ed eccoli, fanno peccato e trasgrediscono la legge e si sono uniti con le donne e commettono peccato con esse e hanno preso mogli da esse e, da esse, hanno generato figli.
Genereranno sulla terra i giganti, non di spirito, ma di carne e sarà gran flagello sulla terra ed essa si laverà da tutta la corruzione. E sarà gran distruzione su tutta la terra, vi sarà un diluvio e, per un anno, vi sarà gran distruzione. Questo figlio che vi è stato generato, egli solo resterà sulla terra e tre suoi figli si salveranno con lui. Quando sulla terra moriranno tutti gli uomini, lui ed i suoi figli si salveranno.
E adesso annuncia a tuo figlio Lamek che questo che è nato è veramente suo figlio e chiamalo Noè, perché egli vi sopravviverà ed egli ed i suoi figli si salveranno dalla distruzione che giungerà sulla terra, causata da tutti i peccati e da tutta la violenza che si compirà, si suoi giorni, sulla terra.
E, dopo di ciò, vi sarà sulla terra iniquità maggiore della precedente, perché io conosco i segreti dei santi, dato che il Signore me li ha mostrati e fatti conoscere ed io ho letto sulle tavole del cielo.
Ed ho visto scritto, su di esse che l’umanità, di generazione in generazione, peccherà fin quando sorgerà una generazione di giustizia e la colpa sarà distrutta, il peccato sarà allontanato da sulla terra e tutto il bene verrà su di essa. Ed ora, figlio mio, va, annunzia a tuo figlio Lamek che questo figlio che è stato generato è veramente suo figlio e non vi è inganno.
E quando Matusalemme udì la parola di suo padre Enoc, poiché di nascosto gli aveva mostrato ogni fatto, ritornò a vederlo e chiamò quel figlio col nome di Noè poiché egli rallegrerà la terra da ogni rovina.
(Apocalisse noachica, ovvero conclusione dei libri di Enoch, capp. 106-107)
Questo testo – che racchiude frammenti di un racconto assai antico detto Libro di Noè – racconta i prodigi che accompagnarono la nascita di Noè. Il Padre, Lamek, impressionato dalle fattezze angeliche del figlio, si recò a consultare Enoch in cielo. Enoch gli spiega quale sarà il destino del bambino, che dovrà essere chiamato Noè.
Il diluvio non riuscirà a distruggere il male, perché?
L’elemento interessante è che nel testo – di natura apocalittica, ossia che annuncia un intervento di Dio sulla terra – si nota il pessimismo di Enoch, il quale avvisa Lamek che il diluvio non estirperà il male sulla terra e che, dopo il diluvio, la situazione addirittura peggiorerà.
Si dovrà attendere una generazione in cui il peccato sarà allontanato definitivamente dalla terra. Sullo sfondo, si ravvisa uno dei temi caratteristici dell’opera di Enoch, ossia il peccato degli angeli che non può essere espiato o cancellato se non attraverso una vera e propria distruzione della colpa che non può avvenire solo con il diluvio.
Sono qui intrecciati diversi temi cari ad Enoch, come per esempio il fatto che anche se i Giganti sono distrutti dalle acque del diluvio, il loro spirito impuro continua a dimorare sulla terra, inducendo al peccato. Occorre un particolare intervento divino per eliminare questa influenza e ciò avverrà, quando giungerà la generazione di giustizia.
Il personaggio Noè
Di particolare interesse, inoltre, la descrizione del piccolo Noè (in Ebraico נוֹחַ Noach “colui che consola”). I colori usati per descrivere – bianco, rosso – e lo splendore degli occhi che illuminano, sono temi e simboli apocalittici ben noti e designano esseri che provengono dalla sfera celeste o incaricati di missioni particolari (cfr. per es. Dan. 7).
Infine, il tema del diluvio conobbe un’ampia fioritura nell’ambito apocalittico di matrice enochica. Il diluvio visto come una vera e propria manifestazione della giustizia divina. Un tema così sviluppato che ha condotto poi anche allo sviluppo letterario e teologico del suo protagonista, Noè.
Uno sviluppo che giungerà fino al Nuovo Testamento, così infatti si legge nel Vangelo di Matteo:
Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell’uomo.
Matteo 24,38-39
Gli eventi che preluderanno al ritorno di Gesù, saranno simili a quelli descritti nel racconto del diluvio. Come vi fu un’arca, vi sarà un “rifugio” per i veri seguaci di Cristo che vivranno alla fine dei tempi. Questo “rifugio” è anzitutto interiore, quel regno che Gesù predicò e in cui si può stare al sicuro.
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