(Antonio Auletta) Il capodanno ebraico – רֹאשׁ הַשָּׁנָה – è un po’ il compleanno del mondo, la celebrazione del suo concepimento e, infatti, la festa è anche nota come: הַיּוֹם הֲרַת עוֹלָם hayyom harat gholam ossia: “oggi è il concepimento del mondo”.
Rosh ha-shanah è un giorno di festa ma anche di riflessione, di introspezione e di rinnovamento spirituale; il suono dello shofar simboleggia proprio il richiamo all’uomo verso il Signore.
Dice il Talmud che a rosh ha-shanah tutte le creature sono esaminate davanti al Signore: così come un pastore fa sfilare le sue pecore una per una davanti a sé per farle entrare nell’ovile, così Dio fa passare davanti a Sé le azioni compiute da ogni persona, definendo il destino di ciascuno.
Caratteristiche della festa
Per questa ragione, nella tradizione ebraica, questo giorno è chiamato anche יוֹם הַדִּין yom ha-din (“giorno del giudizio”) sebbene il giudizio divino emesso su ognuno sarà sigillato solo a יוֹם כִּפּוּר yom kippur (il “giorno dell’espiazione”).
I maestri della tradizione insegnano che a rosh ha-shanah D-o si alza dal trono della “giustizia” (דִּין, din) per sedersi su quello della “misericordia” (רַחֲמִים, rachamim): questo deve essere di sprone all’uomo per impegnarsi a migliorare la propria condotta di vita nell’anno a venire.
Questo giorno è noto anche come יוֹם הַזִּכָּרוֹן yom ha-zikkaron (“giorno del ricordo”) con l’augurio che D-o si ricordi dei suoi servi nell’anno a venire (non deve essere confuso con il giorno, omonimo, dedicato ai caduti nelle guerre di Israele e alle vittime del terrorismo).
Cosa si fa in questo giorno
Gli ebrei azkenaziti – dell’Europa centro orientale – in questo giorno vestono tradizionalmente di bianco, simbolo di purezza e rinnovamento spirituale: si tratta di un rimando al passo di Isaia (1,18):
אִם־יִהְיוּ חֲטָאֵיכֶם כַּשָּׁנִים כַּשֶּׁלֶג יַלְבִּינוּ
‘im-yihyu chatha’ekhem kashshanim kashsheleg yalbinu
quand’anche i vostri peccati fossero come lo scarlatto, diverranno bianchi come la neve.
Un altro uso legato a rosh ha-shanah vede l’ebreo recarsi verso il mare (o, per chi vive lontano da dalla costa, verso un corso d’acqua, un lago, un pozzo o anche una semplice fontana cittadina) e svuotarsi le tasche a rappresentare simbolicamente il disfarsi delle colpe commesse durante l’anno appena trascorso e il rigettare ogni cattivo proposito per l’anno nuovo.
Per tale rituale, l’ebreo esce di casa dopo aver messo in tasca qualche mollica di pane da gettare in acqua. Anche questa tradizione è un rimando biblico (Michea 7,19):
וְתַשְׁלִיךְ בִּמְצֻלוֹת יָם כָּל חַטֹּאותָם
wǝṯashliḵ bimtsuloṯ yam kol ḥaththo’wtam
E getterai i nostri peccati nelle profondità del mare.
Questa cerimonia si chiama תַּשְׁלִיךְ tashlikh (che significa proprio “getterai”; per i curiosi si tratta di un hiphil, radice: שׁלך)
Per rosh ha-shanah la tradizione prevede, per il סֵדֶר seder – ossia il rituale – il consumo di cibi simbolici detti סִימָנִים, simanim (“segni”): si tratta di cibi dai nomi bene auguranti oppure cibi dolci come ad esempio una mela intinta nel miele o una melagrana come augurio “per un anno buono e dolce”:
לְשָׁנָה טוֹבָה וּמְתוּקָה
ləshanah thovah u-mətuqah
Oppure:
מְתוּקָה כַּדְּבַשׁ metuqah kaddəvash: “dolce come il miele”.
Cibi tipici della festa
Mele e miele: Questo è uno dei simboli più iconici di Rosh Hashanah. Le mele, generalmente affettate o servite intere, vengono immerse nel miele, simboleggiando la speranza di un anno dolce e pieno di dolcezza.
Challah: Il pane challah, intrecciato e spesso arricchito con uova, è consumato durante Rosh Hashanah. Tuttavia, in questa occasione, il challah può avere una forma speciale, come quella di un cerchio, che rappresenta la continuità dell’anno.
Pesce: in particolare il carpione, è un cibo tradizionale di Rosh Hashanah. Il termine “carpione” in ebraico (“dag”) condivide una radice linguistica con la parola “moltiplicare”, quindi mangiare pesce simboleggia l’auspicio di una vita prolifica nell’anno a venire.
Zucca o melone in agrodolce: alcune comunità ebraiche mangiano zucca o melone in agrodolce durante Rosh Hashanah. Questo piatto rappresenta l’auspicio di un anno pieno di cose buone, come la zucca o il melone, con un tocco di dolcezza.
Barbabietole: le barbabietole sono spesso incluse nel menu di Rosh Hashanah, in quanto il loro nome in ebraico (“selek”) suona simile alla parola “rimuovere”. Mangiare barbabietole simboleggia la speranza che le difficoltà o le avversità siano rimosse nel nuovo anno.
Cavolo o bietole: alcune comunità ebraiche mangiano cavolo o bietole durante Rosh Hashanah, poiché il loro nome in ebraico (“kruv” per il cavolo e “silka” per le bietole) ricorda la parola “tagliare”. Questo simboleggia la speranza di tagliare via i problemi nell’anno a venire.
Testa di pesce o agnello: una testa di pesce o una testa di agnello possono essere servite durante il pasto per simboleggiare la speranza di essere “in testa” nell’anno successivo, piuttosto che in coda.
Vino o succo d’uva: sono spesso consumati per fare brindisi durante Rosh Hashanah, simboleggiando gioia e benedizioni per il nuovo anno.