Bet ב è la seconda lettera dell’Alfabeto ebraico. Siccome in Ebraico non esiste un sistema numerico distinto da quello alfabetico, i rabbini e qabalisti hanno attribuito il numero 2 (due) a questa lettera, poiché essa segue alef che rappresenta infatti il numero uno.
Si tratta di una lettera molto importante, visto che con essa inizia la Torah, i primi cinque libri della Bibbia:
בְּרֵאשִׁ֖ית בָּרָ֣א אֱלֹהִ֑ים אֵ֥ת הַשָּׁמַ֖יִם וְאֵ֥ת הָאָֽרֶץ
bereshit barà ‘elohim ‘et-hashamayim we-et ha’arets
In principio Dio creò i cieli e la terra
Genesi 1,1
ב infatti significa “in” (בְּ) una delle principali preposizioni ebraiche, insieme a כְּ (ke “come”) e a לְ (le “a”). Curiosamente, la stessa parola “bet” בֵּית può essere ricavata dalla parte iniziale e finale della prima parola della Bibbia:
בְּ רֵאשִׁ֖ ית
בֵּית
Quindi dentro bet – la prima lettera della Bibbia – c’è il capo, l’inizio, il principio. Ciò permette di collegare direttamente il versetto – non solo tematicamente – ma anche strutturalmente e con un disegno preciso che sfugge alla nostra mente al Vangelo di Giovanni:
Ἐν ἀρχῇ ἦν ὁ λόγος, καὶ ὁ λόγος ἦν πρὸς τὸν θεόν, καὶ θεὸς ἦν ὁ λόγος
en arche en o logos, kai o logos en pros theon, kai theos en o logos
Chi è il verbo? Adonay Yeshu – Il Signore Gesù – il principio e il capo di tutto ciò che esiste. Perciò Cristo è veramente presente in tutta la Scrittura, dall’inizio alla fine, perché essa è ispirata da YHWH che fin dall’inizio aveva previsto l’avvento di suo figlio, Gesù Cristo.
Che Cristo sia il capo è confermato da Efesini 1,20-23:
Questa potente efficacia della sua forza egli l’ha mostrata in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra nel cielo, al di sopra di ogni principato, autorità, potenza, signoria e di ogni altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello futuro. Ogni cosa egli ha posta sotto i suoi piedi e lo ha dato per capo – κεφαλὴ (in Ebraico appunto ראש) – supremo alla chiesa, che è il corpo di lui, il compimento di colui che porta a compimento ogni cosa in tutti.
Cristo, perciò, è il capo, il principio e anche il compimento, il fine, la fine (Apocalisse 21,6;22,13). In mezzo, tra il “capo/principio” e la fine/compimento c’è l’intera TANAK che parla di Cristo, ma occorre leggerla non in chiave storico-critica, bensì in chiave spirituale e mistica.
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