Il termine ebraico per “luna” è “yareach” (ירח). Nel contesto biblico, “yareach” si riferisce specificamente alla luna come corpo celeste nel cielo notturno, col fine di “illuminare la terra” (Genesi 1,15).
Il termine “yareach” – יָרֵחַ in Ebr. – deriva dalla radice ebraica “yarach” che significa “allungare”, “stirare” o “estendere”.
Simbologia
In effetti, il verbo potrebbe essere collegato al fatto che la luna appare a noi come un cerchio che si espande o si contrae durante il ciclo mensile, che segna l’inizio dei mesi e segna le festività del calendario ebraico.
Nella letteratura rabbinica e nella Cabala, la luna rappresenta spesso il principio femminile della creazione divina. Viene associata alla Shekhinah – שְׁכִינָה in Ebr. – l’aspetto femminile di Dio, che simboleggia la presenza immanente di Dio nel mondo.
Come come la luna riflette la luce del sole, così gli ebrei e gli uomini in generale sono chiamati ad essere “una luce per le nazioni”, portando la Dio al mondo attraverso la loro stessa presenza e testimonianza.
Il simbolo della luna nella Bibbia
Ecco i testi biblici più importanti dove compare il simbolo della luna:
Genesi 1,14-18:
Dio disse: «Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra».
E così avvenne: Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle. Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era cosa buona.
Nel libro della Genesi – il primo della Bibbia – la luna compare nel contesto della creazione del cosmo. La luna, insieme al sole, viene descritta come un segno che governa il ciclo del tempo e delle stagioni.
Questo collegamento tra la luna e la misura del tempo sottolinea l’importanza del calendario cultuale giudaico, le cui feste avvengono nelle varie parti dell’anno. Calendario cultuale che è al centro degli interessi dell’autore del primo capitolo della Genesi.
Genesi 3,1-6:
Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male».
Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò.
Uno dei passaggi più noti della Bibbia che collega la luna alla figura del serpente è il racconto della tentazione nel Giardino dell’Eden.
Qui, il serpente inganna Eva e Adamo, inducendoli a disobbedire al comando divino. Benché la luna non sia menzionata direttamente in questo racconto, alcuni studiosi vedono una connessione simbolica tra il serpente, la luna e la seduzione.
Come la luna può è un simbolo notturno, misterioso e affascinante, così il serpente incarna l’inganno e l’attrazione seducente.
Cantico dei Cantici 6,10:
«Chi è costei che sorge come l’aurora,
bella come la luna, fulgida come il sole,
terribile come schiere a vessilli spiegati?».
Il poeta loda la bellezza della propria sposa, paragonandone l’aspetto al bagliore della luna. Questo versetto sottolinea l’associazione positiva tra la luna e la donna, rafforzando il concetto di bellezza e mistero associato al simbolo lunare.
Apocalisse 12,1:
Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto.
Nell’Apocalisse di Giovanni – l’ultimo libro della Bibbia – il capitolo 12 presenta una visione profetica che coinvolge una donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi.
Questa immagine simbolica rappresenta il popolo che si fida di Dio, nella sua lotta contro le forze del male e del potere dominante.
La presenza della luna sotto i piedi della donna può essere interpretata come un riferimento all’imminente transizione storica e al riflesso della luce divina nel mondo in chi è naturalmente autorevole grazie alla propria credibilità.
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