Il verbo ebraico “conoscere”, che si trova spesso nell’Antico Testamento della Bibbia, ha un significato profondo e ricco di sfumature. In Ebraico biblico, questo verbo è “yada” (יָדַע) e va oltre la semplice comprensione intellettuale. Esso implica una conoscenza intima, personale e profonda.
Il verbo in diversi brani biblici
Ecco alcune chiavi per comprendere il suo significato:
Conoscenza relazionale: “conoscere” non è solo sapere di qualcuno o qualcosa, ma indica una relazione personale e profonda. Ad esempio, quando Adamo “conobbe” Eva nel Libro della Genesi, si tratta di una conoscenza intima che va oltre la comprensione razionale, giungendo fino al rapporto sessuale vero e proprio:
Adamo si unì (alla lettera “conobbe” – יָדַ֖ע) a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo dal Signore».
Genesi 4,1
Intimità con Dio: spesso, il verbo “conoscere” è usato per esprimere l’idea di avere una relazione personale non solo tra esseri umani, ma anche con Dio. Quando la Bibbia afferma che Dio “conosce” le persone, si intende che Egli le ha scelte e si prende cura di loro in modo speciale:
Infatti io l’ho scelto (alla lettera “l’ho conosciuto” יְדַעְתִּ֗יו – yeda’tiw) perché egli obblighi i suoi figli e la sua famiglia dopo di lui ad osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e diritto, perché il Signore realizzi per Abramo quanto gli ha promesso».
Genesi 18,19
Conoscenza speciale: Il verbo conoscere in ebraico, indica anche una speciale elezione da parte di Dio, che inizia ben prima del concepimento e riguarda la missione specifica che una persona dovrà compiere:
«Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo (יְדַעְתִּ֔יךָ – yeda’tìka),
prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato;
ti ho stabilito profeta delle nazioni».Geremia 1,5
Un breve sguardo al Greco della LXX e del Nuovo Testamento
In questi brani, il verbo “yada” esprime una profonda comprensione, relazione, scelta e responsabilità, spesso legate a Dio e al Suo rapporto con gli esseri umani.
Anche nella traduzione greca, la LXX – γινώσκω” (ginóskó) – il verbo mantiene le tipiche connotazioni ebraiche.
Infatti, il Greco della LXX e del Nuovo Testamento ha come retroterra il pensiero semitico e perciò la profondità della lingua ebraica, con tutte le sue sfumature semantiche:
Matteo 7,16 “Dai loro frutti li riconoscerete (γνώσεσθε)”
In questo passo, “γνώσεσθε” indica la capacità di discernere o riconoscere qualcosa, simile all’idea di “conoscere per esperienza” o “riconoscere in base all’osservazione”.
Matteo 7,23: “Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti (ἔγνων); allontanatevi da me, voi operatori di iniquità ‘”.
Qui, “ἔγνων” indica il rifiuto di una relazione personale. In altre parole, Gesù dice che queste persone hanno avuto solo una conoscenza razionale della fede, ma non una esistenza piena di condivisione e rapporto con il prossimo.