In ebraico, le parole “טוֹב” (tov) e “יָפֶה” (yafeh) hanno significati distinti, anche se talvolta possono sovrapporsi o essere usate in contesti simili.
טוֹב (tov)
Significato: La parola “טוֹב” significa principalmente “buono” o “bene”. Può riferirsi a qualcosa che è moralmente buono, eticamente corretto, piacevole o favorevole.
Contesto biblico: La parola “טוֹב” è usata in molti contesti nella Bibbia per riferirsi a Dio, alla sua natura e denotano perciò non (solo) aspetti estetici, ma legati alle caratteristiche intrinseche al suo essere divino:
Salmo 25,8
“Il Signore è buono e retto, per questo indica il sentiero ai peccatori.”
Genesi 1,31
“E Dio vide tutto quello che aveva fatto ed ecco, era molto buono. E fu sera e fu mattina: il sesto giorno.
Salmo 34,8
“Gustate e vedete che il Signore è buono. Beato l’uomo che si rifugia in lui!”
Salmo 86,5
“Poiché tu, o Signore, sei buono e pronto al perdono, grande nell’amore per tutti quelli che ti invocano.”
Salmo 119,68
“Tu sei buono e fai il bene; insegnami i tuoi decreti.”
Nahum 1,7
“Il Signore è buono, è una fortezza nel giorno dell’angoscia; conosce quelli che in lui si rifugiano.”
יָפֶה (yafeh)
Significato: La parola “יָפֶה” si traduce spesso con “bello”. Si riferisce all’aspetto estetico di qualcosa o qualcuno.
Contesto biblico: La parola “יָפֶה” è utilizzata in contesti che parlano di bellezza visiva o estetica. Ad esempio, nel Cantico dei Cantici:
Cantico dei Cantici 4,7:
“Tutta tu sei bella, amica mia, e in te non c’è difetto.”
Ester 2,7:
“Egli la allevò, poiché ella era senza padre né madre. La fanciulla era bella di aspetto e di bell’aspetto.”
Isaia 52,7:
“Quanto sono belli sui monti i piedi di chi annuncia buone novelle, che proclama la pace, che annuncia le buone notizie, che proclama la salvezza, che dice a Sion: «Il tuo Dio regna!»”
Questi versetti illustrano come le parole “טוֹב” e “יָפֶה” siano utilizzate in vari contesti biblici per esprimere concetti di bontà morale e bellezza estetica, rispettivamente.