Prima di esplorare la conoscenza specifica di Gesù riguardo la Bibbia ebraica, è utile comprendere come essa fosse strutturata ai suoi tempi. La Bibbia ebraica è tradizionalmente divisa in tre parti principali:
- Torah (la Legge): comprende i primi cinque libri della Bibbia (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio).
- Nevi’im (i Profeti): include libri storici come Giosuè, Giudici, Samuele, Re, e libri di profezie come Isaia, Geremia, Ezechiele e i dodici profeti minori.
- Ketuvim (gli Scritti): raccoglie una varietà di testi come i Salmi, i Proverbi, il Libro di Giobbe, il Cantico dei Cantici, Rut, Lamentazioni, Ecclesiaste, Ester, Daniele, Esdra, Neemia e Cronache.
Gesù e la Torah
Gesù cita frequentemente la Torah, mostrando una profonda comprensione della legge mosaica e del suo spirito. Per esempio, nel Vangelo di Matteo (5,17-20), Gesù afferma di non essere venuto per abolire la Legge – ossia la Torah – ma per portarla a compimento. Ciò indica non solo la sua familiarità con i testi, ma anche un’intenzione di approfondirne il significato e l’applicazione.
Gesù e i Profeti
Le citazioni dei profeti da parte di Gesù sono particolarmente significative perché spesso egli si presenta come colui che realizza le profezie veterotestamentarie. Ad esempio, in Luca (4,16-21), Gesù legge un passo dal libro di Isaia – Isaia 61,1-2 – nella sinagoga e dichiara di essere l’adempimento di quella profezia. Questo non solo mostra la sua conoscenza dei testi, ma sottolinea anche la sua identità e missione messianica:
Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. 17 Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:
Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione,
e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi,
e predicare un anno di grazia del Signore.
Poi arrotolò il volume, lo consegnò all’inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. 21 Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi».
Gesù e gli Scritti
Tra gli Scritti, i Salmi sono particolarmente significativi nei discorsi di Gesù. Uno degli esempi più noti si trova nel dialogo con i farisei riguardo alla messianicità del Messia. Nel Vangelo di Matteo (22,41-45), Gesù interpella i farisei con una domanda teologica, citando il Salmo 110:1: “Il Signore disse al mio signore: Siedi alla mia destra, finché non ponga i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi”. Gesù usa questo versetto per interrogare la comprensione comune della discendenza messianica, proponendo una visione più profonda dell’identità e dell’autorità del Messia.
Questa citazione mostra come Gesù utilizzasse i Salmi per sfidare le interpretazioni esistenti e per approfondire la comprensione delle Scritture. Inoltre, dimostra la sua abilità nel collegare diverse parti della Bibbia ebraica per rivelare un messaggio teologico complesso e integrato, confermando ancora una volta la sua profonda conoscenza e rispetto per i testi sacri del suo tempo.