Il nome ‘El Shadday – אֵל שַׁדַּי – è uno dei nomi di Dio in ebraico menzionati nella Bibbia ebraica. Questa espressione ebraica è stata tradotta dalla LXX (la versione greca della Bibbia ebraica) semplicemente con ὁ Θεός (Dio) oppure παντοκράτωρ “Onnipotente (cfr. Giobbe 5,17; 27,13; 32,8; 33,4; 34,10 e 37,22).
Nel Salmo 91,1 Shadday (senza “El”) viene tradotto come ouranos (Οὐρανός), cielo.
Ma limitandoci all’espressione ebraica, cosa significa ‘El Shadday?
Origine del titolo divino
Shadday potrebbe derivare dal verbo ebraico “shadad” – שָׁדַד– che significa “distruggere”, quindi “mio distruttore”.
Una seconda possibilità, attualmente ampiamente accettata, è che “shadday” sia collegato alla parola accadica “šadu” che significa “montagna”. Quindi “El Shaddai” si tradurrebbe in inglese come qualcosa del genere “Dio/El della montagna”.
C’è anche chi considera šadday” in relazione al “seno” – Dio del seno – perciò con una connotazione materna. Questo nome esprime l’idea di Dio che nutre e fornisce protezione, simile a una madre che allatta e offre sicurezza ai suoi figli.
Infine, il termine שַׁדַּי potrebbe suggerire la costruzione della preposizione ש (sh) + דַּי (day), a significare “abbastanza, che basta” (Cfr. Malachia 3,10). In tal caso, l’idea che questo termine esprime di Dio è la sua assoluta autosufficienza.
Brani biblici in cui compare il termine
Come El Shaddai, Dio si è manifestato ai patriarchi (Esodo 6,3), in particolare ad Abramo (Genesi 17,1), a Isacco (Genesi 28,3) e a Giacobbe (Genesi 35,11; Genesi 43,14; Genesi 48,3).
Il contesto per la maggior parte di questi riferimenti è l’alleanza, più precisamente il comando di obbedienza e fedeltà da parte del vassallo e la promessa di discendenza da parte di Dio.
Questi uomini di fede non guardavano ai monti per trovare fiducia e sicurezza, ma al Dio di quei monti, il Signore della montagna (Salmo 121,1-2).
L’identificazione con YHWH è chiara in Esodo 6,3, che collega la rivelazione di Dio agli antenati tramite il nome di El Shaddai a Israele nel periodo di Mosè.
Il suo uso in testi poetici è notevole, così come la sua associazione con la creazione e la benedizione (Genesi 49,25). Il nome compare anche in relazione al profeta non israelita Balaam (Numeri 24,4, 16), al v. 16 il titolo è equiparato a El Elyon.