Nella Bibbia ebraica, Eber era figlio di Selach e padre di e padre di Peleg e di altri figli e figlie (Genesi 10-11) e visse 403 anni.
A parte le scarne notizie sulla sua vita, che la Bibbia offre in liste genealogiche, il nome Eber è significativo per definire l’identità degli ebrei.
Il nome viene dalla radice ebraica עבר che ha tre consonanti, ‘ayin, bet e resh. Essa significa “oltrepassare, attraversare”, ma anche “trasgredire”. Gli “ebrei” dunque – nome cha ha le consonanti ebraiche עברים – sono:
- coloro che attraversano: עֹבֵרִים ‘overim
- coloro che trasgrediscono: עֹבֵרִים ‘overim
Ebrei: attraversare significa trasgredire e viceversa
Quale migliore caratterizzazione di un popolo che ha attraversato sempre dei confini, principalmente segnati dal Mar Rosso, quando uscirono dall’Egitto (Esodo 14) e dal Giordano (Giosuè 3), quando entrarono nella terra promessa.
Attraversare è poi il significato più profondo di trasgredire perché anche quando “si sbaglia”, in realtà si impara nella sofferenza sempre qualcosa di nuovo.
Ne hanno fatto esperienza gli ebrei, quando non obbedirono a Dio – ossia alla propria e profonda identità di popolo eletto – e furono sterminati nel deserto (Esodo e Numeri) e poi esiliati in Babilonia (2 Re 24-25).