(Per le parti precedenti clicca qui) Il moltiplicarsi delle redazioni dueteronomiste ( = dtr) ha reso scettici molti studiosi riguardo l’esistenza stessa della storia deuteronomistica. Il problema riguarda essenzialmente il concetto di “storiografia” e la coerenza dell’opera dtr.
Che cos’è la storia deuteronomistica?
La “storia” dtr non può essere definita in alcun modo un’opera di storiografia, poiché essa appartiene ancora al genere mitico e il suo fine, tra l’altro, non è certamente quello di fornire una presentazione storica della storia d’Israele.
Del resto, si tratta di un problema che riguarda quasi tutta la Bibbia ebraica, le cui storie sono anonime, ossia manca qualsiasi menzione del loro autore.
Secondo alcuni, la storia dtr, potrebbe essere definita storia narrativa, ossia una presentazione del materiale in ordine cronologico e sequenziale. Tuttavia resta il problema fondamentale se tale storia – certamente non storiografia – sia mai esistita così come viene teorizzata dagli autori.
Secondo Westermann, i libri che compongono la storia dtr non evidenziano uno stesso stile o una medesima ideologia. Ciascun libro ha le sue caratteristiche e mentre, per esempio, il libro dei Giudici ha una visione ciclica della storia, contrariamente ai libri dei Re, in Samuele l’intervento dtr è assai raro.
Ogni libro deriverebbe così da un certo contesto storico e sociale. Secondo l’autore, i redattori dtr trasmisero con fedeltà le tradizioni orali derivanti quasi da testimoni oculari. Tuttavia, gli studi più recenti sulla cosiddetta “tradizione orale” dimostrano come la trascrizione dei suoi contenuti implica necessariamente trasformazione non solo nella forma, ma anche nel contenuto.
Un’opera e un solo autore?
Riguardo la coerenza e l’unitarietà della storia dtr, le opinioni divergono. Secondo Ernst Würthwein (1909-1996) e A. G. Auld, il nucleo più antico sono i libri dei Re, ai quali sarebbero stati aggiunti i libri dei Giudici, Samuele e infine Giosuè.
L’inserzione del Deuteronomio e del Tetrateuco giunsero ancora più tardi. Secondo E. A. Knauf, solo i libri di Samuele e Re possono essere qualificati come storia dtr. Inoltre, il Deuteronomio non sarebbe l’apertura classica della storia Dtr, la cui ideologia fa iniziare invece la storia d’Israele con l’Esodo.
Perché allora, si chiede Römer, i primi tre capitoli del Deuteronomio ricapitolano tale storia? Forse per introdurre la storia dtr? Knauf sostiene infine che la storia dtr – nella sua attuale estensione – non è mai attestata nei salmi “storici”, come avviene invece per il Pentateuco (Salmo 74, 95).
Tuttavia, il Salmo 136 sembrerebbe un sommario del Tetrateuco (Genesi-Numeri), lasciando pensare che il Deuteronomio sia legato invece ai libri seguenti. Inoltre, 2 Re 17,7-23 sembra essere un vero e proprio sommario della storia dtr.
Molti indizi suggeriscono un’opera storica unitaria, accomunata da diversi temi assenti dal Tetrateuco. Per esempio l’espressione ebraica elohim acherim (altri dèi), oppure il tema dell’adorazione degli dei e del rifiuto di YHWH percorre tutti i libri, da Dt a Re e fornisce la spiegazione principale dell’esilio.
L’esilio stesso è un altro motivo conduttore globale della storia dtr. Nel Tetrateuco non c’è allusione diretta e chiara all’esilio, mentre è presente in Dt 28,63-64 e di lì l’annuncio della deportazione percorre tutta la storia dtr. Perciò non v’è ragione di dubitare che i libri da Dt a Re formino la cosiddetta storia deuteronomistica, ma in modo molto diverso da come la intendeva Noth.