(Articolo di Cecilia Mariotto)
Nel secondo capitolo di Genesi troviamo che Dio parla di un albero albero della conoscenza del bene e del male.
Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire».
Gen 2,16-17
Più in profondità
L’ebraico biblico ci permette di andare più in profondità, attraverso la scoperta delle parole e delle loro radici. Queste, in questo caso, non cambiano il senso, ma lo approfondiscono, ne fanno emergere una profondità più ricca.
Albero della Conoscenza e discernimento
L’attributo che viene legato all’albero è הַדַּ֨עַת֙ (in ebraico haddà’at) che deriva dalla radice יָדַע (yada’) che ha come significato conoscere, nel senso di riconoscere, di discernere, di saper scegliere, ma anche sperimentare. Quindi è l’albero della capacità di saper scegliere.
Bene e Male
Anche qui il testo ebraico ci aiuta ad entrare nella profondità di un senso più concreto. I termini infatti che noi traduciamo con “bene” e “male” nella lingua ebraica ci conducono ad una maggiore concretezza.
טוֹב (thov, che noi traduciamo con “bene” ) significa letteralmente “buono”, ma anche “bellO”. Questo ci rimanda ad un senso più concreto e profondo, di un’azione, di un atteggiamento, un po’ come dire: comportarsi facendo del bene, essendo buoni d’animo.
רָ֔ע (ragh, che noi traduciamo con “male” ) ha come significato l’essere cattivi, quindi agire con cattiveria, mettere in atto qualcosa di malvagio. Indica anche una “azione cattiva”.
Consapevolezza e Scelta
Quest’albero allora è l’albero che ci mette di fronte alla capacità di discernere quando stiamo compiendo il bene, e quando il male, quando stiamo agendo in modo buono, e quando in modo cattivo e malvagio.
Nelle filosofie sia occidentali che orientali, in modo diverso e caratteristico, troviamo spesso come argomento di indagine filosofica i criteri di scelta: cosa ci è utile per la crescita spirituale? quali sono le scelte per un’autentica crescita o ascesi?
Nella Sacra Scrittura, che appartiene alla nostra tradizione religiosa, o meglio, di fede, ci viene immediatamente sottoposta l’importanza di questa capacità.
E nella Bibbia non è presente solo l’aspetto filosofico, ma c’è qualcosa in più: c’è la relazione con Dio, con l’essere creatore con cui possiamo entrare in relazione nelle nostre scelte.
A questo punto perché Dio ha capito che l’essere umano non è in grado di “digerire” l’albero del discernimento, l’albero della capacità di scegliere e riconoscere? In che senso moriamo una volta che ci mettiamo di fronte a questa capacità?
Forse perché ci alziamo ad un livello che non riusciamo a gestire da soli, ad una consapevolezza per cui non siamo pronti, né per riconoscere, né per guardarci dentro, né per essere in grado di scegliere.
Aver assaggiato di quest’albero può significare l’opportunità e il peso della scelta, il tenere presente che è importante considerare ciò che facciamo, viviamo e pensiamo. Sempre. Perché ogni nostra azione, pensiero, vissuto ha un peso e un valore.
È una libertà intensa e grande. Facciamone tesoro.