(Articolo di Cecilia Mariotto) Mentre riflettevo sul termine che troviamo in Qohelet (in Ebr. הֶבֶל hèvel) che indica “soffio”, mi è tornato alla mente il suono molto simile al nome di Abele.
Abele, Soffio, Spirito
Ho curiosato tra gli articoli del sito e ho trovato che effettivamente c’è una correlazione! Abele è un nome che richiama la leggerezza, la spensieratezza, la libertà, e ha la stessa radice di הֶבֶל (hèvel – soffio). La cosa mi ha molto colpito, perchè questo mi rimanda a collegare Abele, in senso simbolico, allo Spirito.
Possiamo collegare il termine “soffio” alla vacuità, alla consapevolezza di essere esseri leggeri, che possono svanire, ma allo stesso tempo capaci di accogliere il soffio di Dio che alimenta la nostra vita.
Caino uccide la “leggerezza”
Molto spesso mi sono trovata spiazzata davanti al motivo per cui Caino uccide Abele. Forse non è legittimo provare invidia di fronte ad un Dio che preferisce un fratello piuttosto che un altro?
Non è difficile riuscire a sopportare la fatica e vedere che non è premiata, non è accettata, mentre il lavoro del fratello, che vive più libero e “leggero”, viene apprezzato di più?
E’ sempre stato un grosso conflitto dentro di me: e se io fossi stata Caino?
Ho cercato di approfondire in diversi modi i versetti di questo brano, e ho trovato diverse risposte. Una risposta che ho trovato ora sta proprio nel significato dei nomi. Se Caino è una figura che colleghiamo al lavoratore affaticato, “rude”, “chiuso” e Abele invece alla “leggerezza” e “libertà” questo mi fa pensare che la chiusura uccide la libertà.
Chiusi o liberi?
Ecco allora come si potrebbe leggere questo versetto: quando siamo chiusi, quando ci chiudiamo alle cose nuove, ai cambiamenti, al dialogo, al confronto, allora chiudiamo il nostro cuore, la nostra possibilità di crescere e cambiare.
Se ci chiudiamo in noi stessi, giochiamo contro noi stessi. E’ a questo punto allora che uccidiamo la nostra “leggerezza”, la capacità di vivere con morbidezza gli eventi difficili della vita. Allora la chiusura (Caino) uccide la spensieratezza (Abele), e da lì diventa sempre più difficile ricominciare a camminare verso il cambiamento e l’apertura alla vita.